Una delle battute più esilaranti di Crozza fu fatta all’indomani della nomina di Bergoglio a Papa.

Disse: “di questo Papa parlano tutti bene, ha fatto innamorare tutti. Eh, però… è contro i matrimoni gay”. Poi aggiunse: “Cosa pretendete? Il fatto che un papa sia contro i matrimoni gay non è una notizia. La notizia è che lo è Bersani!”.

Bene. Da oggi questo Papa sorprendente e rivoluzionario, rompe con la tradizione millenaria, e, ponendo la Chiesa nella dimensione dell’ “ospedale da campo dopo una battaglia”, nell’intervista fatta al direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spataro, dice testualmente: “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi”.

Inoltre aggiunge che è necessario piuttosto un annuncio di tipo missionario e che ci si concentri “sull’essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore”.

Quindi aggiunge che la Chiesa non condanna i gay, non li giudica se sono di buona volontà e in cerca di Dio. Poi conclude: “Bisogna sempre considerare la persona. Qui entriamo nel mistero dell’uomo. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione”.

Siano essi divorziati, risposati o donne che hanno abortito.

Bersani è rimasto solo.