Il 9 ottobre 1963 alle ore 22:39, 1918 persone perdevano la vita, spazzate via da un’onda di 280 metri. Quelle persone potevano essere salvate se errori ed omissioni non si fossero sovrapposti a interessi e vergogne per cui non è mai stata fatta giustizia.

Chi ha pagato per quella follia criminale? Due poveracci, Biadene e Sensidoni: il primo condannato a cinque anni di reclusione, il secondo a dieci mesi, come ha stabilito la Cassazione il 25 marzo del 1971. La ferita per questa gente e per i suoi morti resta sospesa senza giustizia, sepolta dalla vergogna non manifesta. Le nuove case, il risarcimento, il denaro non medicano, non curano, non risolvono.

Le responsabilità sono state sepolte, nascoste, protette. Chi ha chiesto scusa a questi italiani, per queste vite spezzate, per le loro speranze cancellate, ma non dimenticate da chi conserva intatto il ricordo e il dolore, vero monumento alla memoria?