boccioni_risata

“Futurismo-Avanguardia vanguardie”, a cento anni dalla pubblicazione del Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, alle Scuderie del Quirinale, a Roma, fino al 24 maggio.

Curata in collaborazione con il Centre Georges Pompidou di Parigi e la Tate Modern di Londra, allestita prima a Parigi, poi a Roma e, il prossimo giugno, a Londra, la mostra riafferma il ruolo primario del Futurismo nel complesso disegno del lessico artistico delle prime avanguardie.
A sottolineare la collaborazione tra le tre istituzioni, ogni sede ha declinato, declina e declinerà il comune progetto secondo il segno della propria ottica, evidenziando la partecipazione a quella idea fondante e comune di rinnovamento e tensione verso il futuro che il Futurismo ha significato.
Roma, in particolare, pur mantenendo la traccia del progetto francese iniziale, teso a ricostruire la mostra futurista del 1912 alla galleria Bernheim-Jeune di Parigi, sposta l’accento sulla trama di corrispondenze e opposizioni, analogie e contrasti, affinita’ e dissonanze che, dall’inizio del secolo scorso, marcarono quello che ancora oggi appare uno tra i piu’ estesi dibattiti della modernita’.
Oltre ai capolavori futuristi anche alcune delle opere chiave dei maestri del Novecento, da Boccioni a Carra’, da Severini a Balla, passando per Picasso, Duchamp e Braque, fino ad arrivare a Malevitch e Popova.
Alle Scuderie del Quirinale, per la prima volta, il percorso espositivo mette in parallelo gli apporti stilistici e filosofici di Futurismo e Cubismo verso la genesi del Cubo-futurismo russo, del Vorticismo inglese, del Sincromismo americano, sottolinenado il contributo dell’avanguardia italiana con l’intuizione marinettiana di una nuova sintesi tra spazio e tempo.
Sono esposte 77 opere, provenienti da 33 prestatori, di cui 26 stranieri, tra cui “La risata” di Umberto Boccioni o “I funerali dell’anarchico Galli” dal Museum of Modern Art di New York, “Le grand nu” di Georges Braque o “La femme assise dans un fauteuil” di Pablo Picasso dal Centre Pompidou.
Capolavori come “La stazione di Milano” di Carlo Carra’ o “Le voci della mia stanza” di Gino Severini dalla Staatsgalerie di Stuttgart o dalla Pinacoteca di Monaco i “Volumi orizzontali” di Umberto Boccioni accanto a opere insolite e rare da piu’ di 30 musei e collezioni provenienti da tutto il mondo per conoscere, apprezzare, rivivere e ripensare un momento della nostra storia dell’arte.