La candidatura del presidente dell’Ars è l’unica carta che poteva giocare il Pdl in Sicilia, dove appare logorato e dilaniato. A Palermo Gianfranco Micciché ha messo i suoi vessilli su Massimo Costa e non trovarlo nel Pdl sarà uno choc per i palermitani e, francamente, non è un successo per Angelino Alfano e per il presidente del Senato. Micciché ha lasciato il partito che ha fondato (che viaggiava non lontano dal 40%) per fondare il Grande Sud che non arriva al 10%. Vista da lontano appare uno spreco di consenso e credibilità, ma se cercate dei responsabili non andate a casa Miccichè.

A Palermo non si gioca solo il destino per il sindaco della città, ma si gioca il prestigio e la credibilità di Angelino Alfano perché è chiaro che se a Palermo perde, e perde male, non gli basterà l’investitura di Silvio Berlusconi per guidare il Pdl in Italia.  Ecco perché hanno messo in campo Francesco Cascio, il miglior candidato di cui potessero disporre, capace soprattutto di mettere in difficoltà il suo “pupillo”, Massimo Costa. A casa Pdl già sogghignano pensando al faccia a faccia tra i due e a quanti punti proprio Cascio possa recuperare nel confronto diretto.

Chi si gioca il futuro a Palermo è anche Miccichè: nella sua Palermo peserà le sue ambizioni; la vittoria di Massimo Costa rilancia il rapporto con Raffaele Lombardo e lo riporterebbe al centro delle scelte nel sud Italia e, nonostante i sondaggi nazionali non lo premino, sancirebbe la sua centralità in alcune regioni del meridione nelle quali, senza di lui, non si vincerebbe (né in quelle regioni, né tantomeno in Italia).  Sarebbe una bella rivincita, ma ormai l’uomo del 61 a 0 si gioca la vita politica ad ogni passaggio: è riuscito a sopravvivere a tutti i tentativi di metterlo da parte, ma anche per lui Francesco Cascio è un avversario che non può sottovalutare; una scelta da togliere il sonno.

Chi ha già vinto è il Terzo Polo: i Granata e i Briguglio hanno acquisito una centralità che non hanno mai avuto in Sicilia; hanno anticipato i tempi e preso l’iniziativa con cui stanno imponendo un’idea di centrodestra che per la prima volta esclude il il partito di Berlusconi; hanno scelto, come del resto a Milano, un candidato giovane e presentabile che deve costruire ancora la sua credibilità, ma che ha il vantaggio di chi parte per primo.

I sondaggi sono ancora incerti, non danno risposte; è ancora presto. Di certo a Palermo nulla è scontato e non è sommando le quote dei partiti che si capirà cosa succederà

Bisogna avere pazienza e fare sedimentare le scelte, insomma per ora fate come me: restate a guardare.