La maratona del voto di maggio ha dato il suo primo responso: Boris Johnson è stato confermato sindaco a Londra, sconfitto Livingstone Il candidato laburista.

Ma tutti gli occhi sono puntati sulla Francia dove gli ultimi sondaggi danno ancora in vantaggio Hollande. Nessun sondaggio ha mai dato una possibilità a Sarkozy, semmai la differenza è nella dimensione della sua sconfitta: per una manciata di voti o netta e senza appello. Decisiva può essere la scelta dei centristi, e, del resto, c’è una grande aspettativa nei confronti del candidato socialista che promette discontinuità in economia e di rompere il sodalizio con la “casalinga con gli stivali” la Cancelliera tedesca Merkel.

In Grecia, invece, ci si aspetta un successo dei partiti estremi, sia di sinistra che di destra, un’affermazione dei movimenti “anti- tagli” e una sconfitta dei partiti storici; anche questa rappresenterebbe una bocciatura soprattutto per l’Europa a cui verrebbe consegnato uno scenario post elettorale che costringerà la Germania in primis a rielaborare la propria politica nei confronti dell’Europa stessa.

Turbolenze e fibrillazioni non mancheranno di certo.

In Italia si va al voto per le amministrative, un voto che potrebbe rappresentare uno trauma per il centrodestra, un trauma salutare che potrebbe far maturare la consapevolezza di dover accelerare il processo di rinnovamento.

A Palermo il centrodestra dovrebbe rimanere fuori dal ballottaggio (con il secondo turno forse giocato tutto a sinistra tra Orlando e Ferrandelli); a questo si dovrebbe sommare la sconfitta scontata a Parma e Genova e la riconferma della Lega a Verona con Tosi, come sembra praticamente certo. Il centrodestra, in tutte le sue declinazioni, a questo punto, non potrebbe che prendere atto di una crisi che non può che portate a un rinnovamento atteso. Più pesante sarà la sconfitta del Pdl e più forte sarà il governo Monti.

Ma si vota anche in Serbia; amministrative anche nel nord della Germania (dove si gioca un testa a testa tra la Merkel e i socialdemocratici, con i verdi che potrebbero essere determinanti e dove scende in campo la variabile “pirati”).

Si vota anche in Armenia, ex repubblica russa, forse l’unico voto di questa prima settimana di maggio di cui la Merkel e le cancellerie europee non dovranno preoccuparsi.