Conosco Gianluigi Nuzzi da tempo, per un certo periodo quando vivevo ancora a Milano avevamo il problema di riuscire a farci pagare una cena da un amico in comune: operazione che ci riuscì in condizioni difficili.

Nuzzi è un cronista feroce ed onesto, documentato e serio. I suoi libri sul Vaticano sono ben scritti e concedono poco a teorie ed opinioni. Vedere Nuzzi come l’anticristo è una follia da idioti: non è lui né la causa né l’effetto della crisi di moralità che attraversa lo stato del Vaticano.

Gianluigi Nuzzi non può essere messo in discussione né tanto meno punito, come ha chiesto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Nuzzi è da leggere e rispettare.

Vedete, quando Saviano scrisse “Gomorra” in molti furono portati a pensare che quella non fosse la descrizione di bande radicate in un territorio, ma che fosse la rappresentazione di un’intera regione e del suo popolo. Ma Saviano supporta legittimamente la sua opera in chiave politica, pone un approccio culturale e politico molto forte e si fa teorico di tesi e visioni. Gianluigi Nuzzi no, lui sta sui fatti, sui documenti, ma sarebbe un grave errore pensare che, nel raccontare queste storie, rappresenti la Chiesa e il suo popolo. Nuzzi non solo non lo vuole, ma non lo fa. Quello che scrive attiene ad uno Stato e alla sua profilazione nella quale non si riconosco per primi i milioni di credenti che vanno rispettati perché nel mondo sono quelli che più di tutti pagano per la loro fede.

Lo Stato della Chiesa faccia pulizia e faccia presto e lasci disoccupato Nuzzi.