E’ sicuramente un test locale, quello delle regionali in Molise, ma comunque pieno di spunti dal momento che riguarda oltre centomila italiani chiamati alle urne. Vediamo allora di identificare i punti principali necessari per interpretare la situazione complessa in cui ci troviamo.

1) Persiste, ed è marcato, il calo dell’affluenza al voto, sceso dal 65,09% al 59,79, anche se inferiore rispetto a quanto pronosticato dai media, specialmente nei giorni precedenti la tornata elettorale.

2) Il centrodestra e, quindi, Iorio hanno utilizzato una strategia che ha portato ad eliminare in campagna elettorale ogni riferimento a Silvio Berlusconi, allargando contestualmente la maggioranza all’Udc e favorendo l’innesto nella coalizione nuove liste, come Grande Sud di Micciché, che si sono rivelate veri e propri serbatoi di voti.

3) La vittoria, sebbene di misura, sta comunque a dimostrare un dato che va letto con profondità. Il risultato non è scontato nonostante tutti i sondaggi, compreso i miei, diano attualmente su scala nazionale il centrosinistra in forte vantaggio. La scheda dei flussi elettorali, del resto, che qui di seguito riporto e che sono la base da cui nascono i dieci punti di vantaggio del centrosinistra, mette in evidenza che i due grandi partiti italiani, il Pd e il Pdl, perdono voti. Il Pdl più di 6 milioni e il Pd 4,5. Ma, per quanto riguarda il Partito democratico, questi voti vengono assorbiti per la maggior parte da forze riconducibili alla sua stessa coalizione di appartenenza, mentre solo il 13% (dei 4,5 milioni di voti) resta nell’area dell’indecisione. Quanto al centrodestra, invece, solo poco più del 30% dei 6 milioni di voti persi si auto colloca, il 10% resta nella coalizione e il 20 fa rotta verso il terzo polo. Ma il 69% resta in sospeso nell’area degli indecisi. Parliamo di oltre 4 milioni di voti provenienti dal Pdl che difficilmente potranno essere attratti dal centrosinistra.


4) La vera domanda, quindi, è: come si comportano gli elettori indecisi che provengono dal centrodestra? A Milano, per esempio, Pisapia ha vinto con meno voti rispetto a quanti ne aveva ottenuti Ferrante alle precedenti comunali vinte da Letizia Moratti, perché gli elettori di centrodestra sono rimasti a casa. Nel caso del Molise, invece, sono rimasti a casa ma non in misura sufficiente per determinare un successo del centrosinistra. Alcune considerazioni tattiche: la centralità del terzo polo. E’ evidente dai dati finali del Molise che sussistono due elementi centrali: senza il terzo polo è impossibile per il centrodestra vincere; con il combinato disposto dell’Udc alleato del centrodestra e i grillini in corsa da soli, è molto difficile ipotizzare una vittoria del centrosinistra costruito secondo lo schema di Vasto (Pd-Idv-Sel).

L’offerta politica, a questo punto, appare decisiva. Se il centrosinistra resta vincolato al modello di Vasto, rischia di pagare pesantemente il prezzo delle proprie contraddizioni né può pensare che lo schema Pd-Idv-Sel sia in grado di sfondare nell’opinione pubblica. Perché vecchio e incapace di estrarre consenso. In questa costruzione il profilo del Pd resta, inoltre, ambiguo: schiacciato tra il giustizialismo di Di Pietro e il massimalismo, soprattutto in economia, di Vendola. Il centrodestra deve, da parte sua, poter presentare un’offerta politica che prescinda da Berlusconi e spingere sull’unità dei moderati che oggi sono ancora maggioranza nel nostro Paese.