Ventinove anni fa avevo vent’anni. Il 24 giugno del 1984 faceva caldo a Milano, la notte era stellata e nell’aria satura danzavano le parole suonate da Elton John, prima che si specializzasse in funerali. In quella notte, tra Milano e Cinisello Balsamo, un giovanissimo militante della sinistra milanese si dichiarava all’amore suo, conosciuto sui banchi di scuola. Vent’anni, ma già tante ferite, le stesse che solcarono la Milano tra terrorismo ed edonismo, tra speranza e degrado. Milano era la culla dell’amore per il futuro. Un recinto di opportunità dove venire su verso la libertà.

Ottenere il bacio sotto il portone fu come segnare un goal ai mondiali, quelli dell’82, nella notte in cui le viole di De Andrè sbocciarono sotto la luna mentre rincorrevo le linee sostitutive per raggiungere casa e fare scoprire da mia madre la gioia nei miei occhi. Passati 29 anni, e quella notte è ieri. Quella donna amata l’ho sposata, rispettata. Quella donna mi ha dato 2 figli e una vita densa, vera e vibrante. Una vita magica di cui ringrazio il signore ogni ora che passa. Una donna a cui non ho dato ne’ pace ne’ serenità, ma con cui ho condiviso tutto: gli errori, le cose belle e le cose brutte. E ora, dopo 29 anni, nessuna stanchezza, nessuna noia. Ancora conservo nel mio cuore le Eagle gialle smeriglio che la facevano inorridire ma grazie alle quali nessuna nebbia ci ha potuto separare.

Cosa dire se dopo 29 anni? L’amore resta integro, pieno di aspettative e tutto caricato verso il futuro. Nessuna nostalgia per i tempi andati perché il meglio per noi deve ancora venire; ancora tanti muri aspettano di scrivere il tuo nome così come resta nel mio cuore semplice ed eterno amore.