Ma in Italia vige per caso la legge della schizofrenia dello stato e delle istituzioni? Alcuni segnali preoccupanti farebbero pensare di sì. Capita, ad esempio, ed è capitato per davvero, che una trasmissione televisiva di informazione della Tv di stato, pagata con i soldi del canone di tutti i cittadini, venga condannata dall’autorità di garanzia per avere censurato il diritto di tutti i cittadini a essere informati sul fatto che si possa firmare per i referendum radicali dedicati al tema della giustizia, capita poi che la trasmissione in questione finalmente si decida a parlarne ma chiami a farlo un giudice di Cassazione, Piercamillo Davigo, che non è esattamente il promotore entusiasta di questo tipo di iniziative referendarie.

Un po’ come chiamare un obeso a parlare del successo ottenuto con la dieta, insomma, ma tant’è. Chissà magari un giudice della Suprema Corte potrebbe anche evitare di trascinare la propria toga da un talk show all’altro, per giunta con la pretesa di spiegare agli italiani qualcosa che altri hanno promosso per riformare la giustizia ma che lui ovviamente avversa e detesta. Con tutte le proprie forze. Però funziona e capita così.

D’altronde capita, ed è capitato per davvero, che un paese democratico e civile venga condannato per trenta anni di fila dalla Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu) per il modo con cui tratta i detenuti nelle proprie carceri e che poi per affrontare i problemi di sovraffollamento si pensi prima a quelli che hanno la condanna passata in giudicato, e quindi presunti colpevoli, piuttosto che ai presunti innocenti colpiti da mandato di cattura e quindi in stato di custodia preventiva. E non sono pochi visto che nelle nostre patrie galere ne annoveriamo almeno 12 mila.

Con l’ulteriore paradosso che la detenzione domiciliare per i primi sarà comunque sub iudice e valutata caso per caso, mentre per quelli sottoposti a custodia cautelare basterebbe utilizzare il sistema delle cauzioni che già vigono in tanti paesi. A parte magari i boss di mafia conclamati.

E sempre per restare nel settore schizofrenia e dintorni, capita anche che Enrico Letta festeggi qualche miliardo in più che arriverà nel 2014 dall’Europa come premio per i soldi spremuti agli italiani con l’Imu e tante altre tasse odiose, risultati peraltro ottenuti con provvedimenti di altri e non rimpianti esecutivi, ma poi contemporaneamente nessuno dica una parola sui crediti della pubblica amministrazione ancora non pagati ai privati che hanno lavorato ingenuamente per essa. Fidandosi.

Infine, salendo per i rami fino a quello più alto, capita di vedere un presidente della Repubblica che decide persino gli acquisti di F35 da fare o da non fare, se del caso esautorando il Parlamento, ma capita poi che tutti diano addosso a chi come Berlusconi propone da decenni una riforma presidenzialista dello stato così che certe posizioni possano essere tenute all’interno, e non malgrado, un quadro costituzionale vigente.

Last but not least, capita, ed è capitato anche stavolta, che per la maniera di fare leggi in modo affrettato e usando scorciatoie che la Costituzione non prevede, si taglino le province nel 2011 per decreto legge salvo rivedersele di nuovo resuscitare due anni dopo dalla Corte Costituzionale che ci spiega che non si potevano tagliare in quel modo. Un paese dove la dissociazione mentale sta diventando un principio costituzionale. Non c’è dubbio.