Da un colloquio avvenuto stamane con Dino Marafioti di Radio Radicale sono scaturiti dati interessanti riguardo alla ripresa del dibattito sul nucleare, che solo una settimana fa il premier avrebbe potuto trasformare in una campagna a suo favore, ma che dopo le drammatiche vicende avvenute in Giappone potrebbe diventare lo strumento per determinare la sconfitta politica di Silvio Berlusconi.

Il modo in cui la Prestigiacomo è intervenuta sull’argomento ha fatto si’ che apparisse agli occhi della gente quasi un’icona del disprezzo o dell’indifferenza per le cose terribili che accadevano in Giappone. E’ vero anche che il Pdl ha poi rivisto il suo atteggiamento cercando di rimediare a quell’errore clamoroso che rischia di ‘attaccare’ come un’etichetta il nucleare a questo governo, ma tutto questo ha attivato un dibattito su cui la gente sta molto attenta. I sondaggi parlano di quasi 7 italiani su 10 contrari al ritorno del nucleare in Italia.

Per quanto riguarda il referendum sull’argomento, se si votasse oggi avremmo il quorum con un risultato che si aggira intorno al 55%. Questo si verificherebbe sull’onda della reazione emotiva per quanto accade in Giappone, ma soprattutto per la reazione del Governo.

Senza contare il fatto che per portare il nucleare in Italia sarebbe necessario un intervento costosissimo, ma di fatto impatterebbe solo sul 4-5% del nostro fabbisogno. E’ questo che fa dire ‘no’ agli italiani: nel dibattito sul nucleare è emerso il fatto che il gioco non vale la candela. Per di piu’, dove verrebbero posizionate le centrali nucleari? Una centrale posta dall’altra parte dell’Italia non renderebbe comunque gli italiani piu’ tranquilli.

Chi è contrario al nucleare in questo momento esprime il suo dissenso attraverso lo strumento del voto.

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