Otto mesi fa debuttava lo spread: il differenziale tra Btp e Bund saliva con l’ansia della gente. Superati i 500 punti, Berlusconi, a capo di un governo eletto democraticamente, si dimette per dare spazio ai tecnici. Competenti e stimati dalle cancellerie europee, tutti a battere le mani, Monti in alto nei sondaggi, tutti in fila dietro di lui. Equità e responsabilità erano le parole che ci inebriavano, le lacrime della Fornero e giù tagli alle pensioni allo stato sociale e su le tasse e l’Iva, balzelli di ogni sorta e poi vertici su vertici e il compassato, noioso Monti che con modestia sgranava le nostre vite, ci macellava come maiali e prometteva lacrime e sangue in virtù del futuro: il nostro e quello dei nostri figli.

Ora il futuro è arrivato ed è peggio del passato: lo spread sempre a 500, l’Italia rispettata all’estero, ma gli italiani al limite della povertà: sono diventati otto milioni i disoccupati, tra i giovani e non solo, abbiamo raggiunto livelli da dopoguerra. La gente è disperata ed esausta. Chi ha voluto questo governo oggi ha le stesse responsabilità di chi ci ha portato fin qui.

Di certo i responsabili di questa crisi, ormai lunga un lustro, non hanno pagato e non pagheranno anche perché i loro garanti, saliti al governo del Paese grazie ad un golpe, li hanno ben garantiti. La stagione di Berlusconi è finita ed era finita da tempo, però, dopo Berlusconi, si doveva votare. Eppure la classe politica candidata alla vittoria, il PD in testa, ha preferito far fare il lavoro sporco ad altri: furberia e meschinità che mi auguro pagheranno con il giudizio della storia.

Ora, quando la Merkel, l’acida casalinga con gli stivali, è riuscita a mettere in ginocchio mezza Europa, riuscendo proprio dove fallì il Terzo Reich, noi siamo attoniti e storditi nelle mani di eventi che non riusciamo a controllore, sottomessi da un migliaio di speculatori che hanno messo in ginocchio un intero continente e con Monti che appare ormai come una figura patetica e più ridicola di chi lo ha preceduto.