Claudio Scajola

Il danno subito da Claudio Scajola non è tanto quello del procedimento penale, tra le altre cose finito con un atto di giustizia. Il dito non va puntato verso magistrati, procure, pubblici ministeri o giudici, che hanno dimostrato in questa vicenda di esprimere un giudizio indipendente e sereno, basato sui fatti.

Nel caso di Scajola, prima ancora che una corte si esprimesse, la condanna era già stata emessa, fino a diventare addirittura un tormentone (quello del suo “a mia insaputa”). Certo, Scajola fu travolto da quell’episodio che gestì in termini di comunicazione in modo drammatico, ma non essere capaci di comunicare non può portare alla distruzione di un uomo, della sua dignità, della sua carriera.

Questa vicenda lo ha attraversato; gli ha sconvolto la vita, la sua e quella della sua famiglia. E’ stato sottoposto a una gogna mediatica sommaria fatta di insulti, additato come il paradigma del malaffare del politico disonesto, finanche, addirittura, al punto di non essere più degno di essere candidato nel suo partito.

Ora, Scajola è stato assolto. La giustizia dei tribunali ha fatto il suo corso, ma chiunque ha espresso un giudizio lapidario – e io ne conosco tanti – definitivo, chiunque ha usato questa storia contro di lui e contro la sua famiglia, oggi dovrebbe sentire un lieve rimorso di coscienza , che non sentirà, ne sono certo, perché molti di loro non erano certamente in buona fede.

Dovete faticare molto sulla rete o sui giornali per trovare qualcuno che ha creduto nell’innocenza di Scajola.

Un articolo del 19 ottobre del 2010, recitava “Lo strano caso del Ministro Scajola”, dove in qualche modo il punto di vista era un po’ diverso da quello che andava per la maggiore e poi, il 5 maggio 2011, “Scajola estraneo alla cricca”. Una presa di posizione che assunsi direttamente sul mio blog, e che non fu accolta molto bene.