pazzo-per-silvio

Non mi appassiona la polemica sui numeri dei partecipanti e tanto meno il rimbalzo tra organizzatori e questura. Di certo la gente ieri in piazza San Giovanni era tanta e la manifestazione era più partecipata di quella di sabato scorso della sinistra. Ma la questione vera è l’impatto che questa manifestazione simbolo della riscossa di Berlusconi avrà sulla campagna elettorale.

Dopo l’aggressione di piazza Duomo, Berlusconi, il governo e il Pdl avevano avuto una imperiosa impennata in tutti i sondaggi ma da febbraio il consenso è andato in crisi pesantemente su tutti i fronti  e l’effetto di questa crisi può determinare un impatto molto negativo sulle regioni il cui risultato si gioca entro pochi punti percentuali, il Lazio prima di tutti e poi anche il Piemonte e la Liguria.

Quindi nella testa degli organizzatori questa manifestazione dovrebbe avere quell’effetto adrenalinico capace di dare un abbrivio vincente nella fase finale di questa campagna elettorale assurda e surreale.

Dalla piazza nessuna novità: attacco alla sinistra e ai giudici e promessa di una grande rivoluzione liberale che passa attraverso riforme profonde e radicali; su questo Berlusconi ha costruito il suo consenso, gli italiani e non solo i suoi lettori vogliono le riforme radicali e rivoluzionarie che promette da oltre 15 anni.

Ieri dal palco ha giurato e pregato assieme ai 12 candidati (il tredicesimo, Zaia è stato impedito da un lutto) che da domani fisco, giustizia e burocrazia saranno al centro di riforme storiche e per questo che privo di originalità Berlusconi ha rinverdito uno dei suoi cavalli di battaglia cioè “una scelta di campo” ,parola d’ordine che risale al 2000. Tutte cose già viste e sentite che hanno funzionato nel passato e che sono state riproposte con la sola aggiunta del giuramento collettivo dei candidati regionali.

Ma la forza di Berlusconi è nella pochezza dei suoi avversari, comico e inefficace l’evocazione del golpe di Pietro e per quanto concerne il PD non sono andati oltre la polemica sui numero dei partecipanti, molto più efficace l’Udc con Casini che è protagonista di una campagna moderata ma capace di differenziarsi nel linguaggio e nelle proposte: peccato che questa differenzazione molto efficace trovi una contraddizione nella pragmatica politica visto che l’Udc ha scelto di collocarsi nelle regioni con uno schieramento o con un altro senza fare capire perché non è andato da solo ovunque come è accaduto in Umbria e in Lombardia.

Nonostante tutto credo che l’operazione a Berlusconi sia riuscita, ad evocato il referendum su se stesso e la debolezza dell’alternativa a Silvio è così lampante da determinare un ulteriore successo di Berlusconi: non credo in un trionfo, ma ieri ha dato un grande contributo alla Polverini e indirettamente a Cota e in queste 2 regioni la partita è apertissima.

Anche se gli attacchi personali e violenti diretti ad Emma Bonino da parte dei cortei mettono in evidenza una paura dell’avversario e un’insicurezza che è più intrinseca nella Polverini che non nella retorica berlusconiana.

Ancora qualche giorno e conteremo i voti.