Luigi crespi il tempoLa definizione formale e accademica di comunicazione è semplice: è un processo volontario di trasmissione di informazioni di varia natura che – proprio degli uomini – avviene tramite segnali codificati secondo regole note sia al mittente che ai destinatari; i segnali, una volta decodificati (codice), attivano una serie di processi interpretativi (interpretazione) e portano a comprensione. Il codice, dunque, è un elemento fondante della comunicazione.
Se questo è vero a quale codice e processo di comunicazione risponde la sequenza di selfie che il leader leghista ha postato dal Belgio nell’imminenza dell’attacco dei terroristi? Sembrava un passante, un turista per caso. Un leader politico che si candida a guidare un paese come l’Italia non può raccontare la storia ma deve farla. Forse Salvini è stato condizionato dal suo lavoro di giornalista che lo ha portato a fare il cronista di nera.
salvini 2Ci raccontano che Matteo Salvini ha portato il suo partito dal 4% al 14% e se questo è vero lo si dovrebbe iscrivere al club dei grandi comunicatori, questo ci dice la vulgata, ma oggettivamente mi pare che la strategia che l’ha portato al 14% difficilmente potrà essere la stessa che gli consentirà di mantenerlo o addirittura di andare oltre.
La “misura” nella comunicazione è un elemento centrale, esattamente come lo sono i tempi.
Penso che da tempo Salvini abbia varcato la “misura“, ma in questo caso ha sbagliato tempi e modi determinando una rottura dei trend che pagherà nelle prossime settimane.
Troppa comunicazione e troppo spesso ripetitiva. Il giorno delle stragi in Belgio non solo è apparso su tutti i telegiornali, ma ha partecipato quasi contemporaneamente a tre trasmissioni di approfondimento. Veramente troppo.
Mi sfugge la strategia che sottende ad un tale approccio, mi sfugge anche come si possa pensare che tutto questo possa portargli vantaggio.
salvini 3Mi pare una reazione quasi isterica, una modalità ansiogena e bulimica che determina nei “riceventi” una repulsione carente di “codice” nella sua reiterazione insistente che si annulla nel vuoto .
Inoltre, la paura crea attenzione ma non alimenta i consensi.

Legare la propria immagine da “spettatore” ad un episodio di tale gravità non è il codice con cui un leader politico regola la prospettiva del futuro.

Gravissimo inciampo che la rete non ha perdonato e ha sottolineato con un impietoso #salviniovunque che ha spopolato facendolo diventare in un solo giorno dal beniamino della rete al suo zimbello.

FONTE: IL TEMPO