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15 gen. – di Luigi Crespi. Dal 1993, cioè da quando i sindaci sono eletti direttamente, non è mai accaduto che le due principali città italiane, Milano e Roma, fossero governate dallo stesso schieramento politico.
Sia Milano che Roma sono due assi fondamentali nella costruzione del consenso di una forza politica nazionale. Il periodo più oscuro della Lega in termini di consenso coincise proprio con l’amministrazione di Marco Formentini e così come per i socialisti perdere Milano significò perdere l’Italia. A Roma, è cronaca odierna, la maldestra perdita veltronian?rutelliana coincide con l’annus horribilis del centro sinistra.
La domanda che dobbiamo farci ora è: come vanno le cose a Milano e a Roma? Nel capoluogo lombardo è un disastro. Il sindaco Moratti, dopo lo straordinario successo dell’Expo, si è fatta trascinare in una battaglia di poltrone che avrebbe fatto impallidire anche i più cinici della Prima Repubblica e si è prodigata in un’attività di taglio di teste che passa da Sgarbi a Maiolo, a Colli che le ha riconsegnato l’immagine di un volto austero e oscuro capace di rompere ogni legame con la società.
Per di più la città è sotto assedio per i lavori di Metro ed Expo. Insomma, in viale Monza pensano di sostituirla dopo un’esperienza, dunque, che potrebbe non concludersi felicemente.

A Roma il sindaco Alemanno si è insediato da quasi due anni, dopo una vittoria che ha generato aspettative per una forte discontinuità con il passato. Una discontinuità che sul piano della comunicazione Alemanno ha ben rappresentato, ma che, sul piano dell’amministrazione vede permanere dubbi. L’elemento però su cui l’attuale inquilino del Campidoglio giocherà il proprio consenso e parte della legittimazione amministrativa del centro destra – messa già a rischio a Milano – sarà risolvere nel concreto i problemi cioè rendere la città più vivibile, efficiente, elevare la qualità dei servizi, tappare le buche per strada. Non appaia un ragionamento astratto, perché Milano – ma soprattutto Roma – sarà decisiva per la battaglia delle Regionali e Polverini, senza Roma, non vince.