Vedo con stupore che molti si sono avventurati a descrivere scene, scenari e strategie sulla vicenda dell’emergenza maltempo a Roma. In nessuna delle cose che ho letto ho riscontrato la semplice verità rispetto a quanto accaduto venerdì scorso. Una previsione metereologica oggettivamente e incofutabilmente sbagliata ha messo in crisi un’intera città. Il fatto che la Protezione civile abbia previsto che la nevicata avrebbe attecchito nella notte, ha impedito all’amministrazione, ad Alemanno, di allertare e predisporre tutte quelle iniziative che avrebbero potuto attenuare i disagi dei cittadini.

Se si fosse saputo che la nevicata sarebbe arrivata a metà giornata di sicuro non si sarebbero fatti uscire i mezzi pubblici non attrezzati, si sarebbe messa in campo una massiccia operazione sul traffico, che avrebbe impedito alle persone di rimanere bloccate su tangenziali, strade e treni. Roma è una città che non può tollerare 35/40 e in alcuni casi 50 cm di neve senza che ciò crei problemi. E’ una città strutturalmente impreparata ad eventi così estremi e d’altronde, come ormai sappiamo, questi capitano solo 4 o 5 volte ogni secolo.

Il sindaco Alemanno si è trovato nelle condizioni di dover dare una spiegazione ai suoi cittadini e lo ha fatto semplicemente dicendo: “Mi hanno dato le previsioni sbagliate”.

Di fronte a questa evidenza (d’altronde non è che dalle previsioni ci si possa aspettare sempre un’esattezza millimetrica anche se sono rivestite di grande scientificità) dare una spiegazione era legittimo, doveroso e necessario ma la Protezione civile ha reagito affermando che il sindaco mentiva e su questa tesi continua anche oggi, contro ogni evidenza e prova. Francamente non se ne capisce la ragione.

Alemanno, dinnanzi all’accusa di mentire, non poteva che avere la reazione che ha avuto, veemente, insistendo in maniera decisa sulla sua verità che poi i fatti hanno dimostrato essere quella reale. E sottolineando che la legge voluta da Tremonti di fatto rendeva la Protezione civile totalmente inefficace, argomento sul quale la stessa Protezione civile si è trovata d’accordo.

Oggi i fenomeni e gli esperti di comunicazione ci dicono che abbiamo assistito ad una sovraesposizione mediatica di Alemanno, che ha messo la faccia nella tragedia,  mentre Polverini e Zingaretti hanno evitato di esporsi o sovraesporsi. Ma se il sindaco si fosse sottratto ad una sola intervista avrebbe negato il diritto di cronaca e il dovere che gli amministratori hanno di rispondere ai media.

Alemanno lo ha fatto con tutti, ha parlato con qualsiasi giornale, ha partecipato alle trasmissioni dove è stato invitato. Ma chi è davvero impazzito in questa vicenda è il sistema degli organi di stampa che ostinatamente si sono incarogniti nell’inseguire l’ecatombe romana e l’hanno descritta stigmatizzandola ovunque, dimenticandosi che fuori dai confini della città la gente moriva di freddo, di fame, era bloccata dalla neve senza luce e gas. Tutto questo era subalterno alla vicenda romana perché i cronisti inseguivano la vecchietta cadente, misuravano la percentuale di rami spezzati, e contavano i taxi della Capitale.

La maggior parte dei romani guardando la Tv e leggendo i giornali percepiva di essere al centro di un disastro totale, una specie di “Day after tomorrow”. Avevano i parenti che abitavano fuori che li chiamavano preoccupati che potessero rimanere imprigionati dalla neve. Ma sono stati gli stessi cittadini romani che, affacciandosi alla finestra, sono rimasti esterreffati perché le strade erano sgombre e la gente si muoveva con tranquillità. E’ bastato un colpo d’occhio per capire che il disastro di cui parlavano i media non esisteva.

C’era il ghiaccio e forse qualche disagio certo, cose che i cittadini considerano naturali e scontate dopo una così forte nevicata. Il giorno dopo la “tragedia inventata” gli analisti e i filosofi della comunicazione hanno iniziato ad esaminare come e dove Alemanno avesse sbagliato. Cronici, patetici e qualche volta rancorosi come quelli che nasconderanno il proprio nome commentando con insulti questo post. Tuttavia non saranno loro, né i falsi cronisti ad esprimere il vero giudizio sul sindaco e sul suo operato. Tra poco saranno gli elettori a farlo e allora si che faremo i conti con la realtà che non è quella che questa gente ostinatamente ha deciso di rappresentare, facendo credere che ciò che accade a Roma è tragedia e quello che succede fuori sono fatti.