CALDORO

Caldoro “il giovane”, capocordata della nuova generazione del Pdl campano di una spedizione che ha già lanciato la scalata a quello che da marzo sarà l’ex feudo di Antonio Bassolino. I sondaggi di Crespi Ricerche, per ora, danno il “nuovo” che “avanza” in vantaggio: 55% contro il 45 del candidato del centrosinistra, Vincenzo De Luca.

Ma anche in Campania, come normale che sia in questa fase della campagna elettorale, il partito degli indecisi, arroccato sul 28,2%, è la variabile che, alla fine, farà la differenza tra vincere e perdere. Con Stefano Caldoro il centrodestra scommette anche sull’età: 40 anni da poco compiuti contro i 62 del suo (probabile) avversario, Vincenzo De Luca.

Si è molto parlato di questa ondata di ringiovanimento, anche anagrafico, della politica con la sua candidatura… «Non limiterei il discorso al sottoscritto, ma lo allargherei a tutto il movimento nato intorno al Pdl campano.A quella nuova generazione, cioè, nata dall’opposizione al centrosinistra negli anni di Bassolino governatore. Un centrosinistra che, invece, è rimasto le? gato agli uomini della generazione precedente. In un certo senso si potrebbe dire sarà anche una sfida generazionale».

Una sfida a cui si arriva dopo gli scossoni delle inchieste giudiziarie. Lei che idea si è fatto? «Sono un garantista e sarebbe un errore utilizzare l’arma delle inchieste come stru? mento di lotta politica. La scelta di fare un passo indietro, in assenza di una sentenza di condanna definitiva, deve essere lasciata ai singoli. In questo contesto ritengo che Cosentino abbia fatto un gesto di grande responsabilità che nessuno gli ha chiesto. Piuttosto altri dovrebbero essere i temi del confronto».

Per esempio? «Per cominciare, il fatto che nell’ultimo anno la Campania ha registrato un calo del 2,8% della ricchezza, contro il ?0,4% della Calabria e il ?0,6% della Puglia. Dati che bastano per affermare che è in atto una vera e propria emergenza Campania nel Sud».

E quali pensa che siano le cause di questa situazione? «La mancanza di progettualità e l’indebita? mento accumulato negli anni, specie nella Sanità, e riversato nelle tasche dei cittadini campani che, fino al 2037, con le loro tasse, dovranno fronteggiare i mutui contratti per rientrare. In Campania si è raggiunto uno dei livelli più alti d’Italia per tasse pagate e indebitamento, mentre la qualità dei servizi è invece tra le peggiori del Paese malgrado gli alti costi».

Quali sarebbero le priorità del suo mandato se dovesse essere eletto? «Le parole d’ordine sono tre: Sanità, casa e lavoro. Occorre riorganizzare il sistema, po? tenziando l’assistenza domiciliare. Molte patologie, specie quelle riguardanti gli anziani, potrebbero essere curate lasciando i pazienti a casa, in modo efficiente e certamente meno costoso».

E sulla casa? «La legge regionale va cambiata. Va rimessa in linea con la legge nazionale varata dal governo Berlusconi».

E arriviamo al lavoro… «La priorità è trasferire i fondi per la formazione dal “palazzo” al mondo del lavoro. Renderli cioè disponibili alle imprese, chiedendo conto del loro impiego e controllando i risultati, cioè il numero dei posti di lavoro prodotti».

Se dovesse vincere le prossime regionali, sarebbe la prima volta di un socialista alla guida della Regione. Che effetto le fa? «La mia area di provenienza, di ispirazione “nenniana”, non è un mistero. Un’area il cui elettorato si è riconosciuto subito nella linea indicata da Berlusconi e nel suo progetto di costruire uno schieramento in grado di raccogliere e accogliere moderati, liberali e riformisti». Il Clandestino