benedetto

Non lo voglio nascondere o negare, Papa Benedetto XVI non gode della mia simpatia. Le sue gaffes alcune delle quali clamorose non mi sono mai sembrate errori di percorso o sviste, il suo modo di gestire la vicenda dei preti pedofili americani è discutibile, come lo è la sua operazione con i lefrevriani e il suo approccio politico chiuso e oscuro.

Poi c’è una questione di pelle: la sua icona, la sua immagine è respingente, la sua voce inquietante, il suo modo di comunicare non avvicina ma allontana.

Questo reputo sia un preambolo indispensabile per posizionare correttamente quello che andrò dicendo.
– Il papa ha sostenuto che per sconfiggere la piaga dell’AIDS non sia sufficiente e non bisogna puntare esclusivamente sui preservativi, i quali rientrano nella più ampia strategia di prevenzione, credo onestamente che possano essere considerate altre azioni non meccaniche, ma quello che bisogna dire con chiarezza è che i preservativi vanno comunque distribuiti a pioggia e che a oggi rappresentano il più valido strumento di prevenzione, quindi secondo me il chiasso e l’indignazione sollevata intorno alle maldestre dichiarazioni del Papa mi paiono eccessive.

– Trovo invece interessante e di grande valore la denuncia fatta dal Pontefice e da tutta la Chiesa Cattolica sul ruolo avuto dall’Occidente ed in particolare dalle multinazionali, espressione più avanzata dell’economia, sul saccheggio e sulle condizioni di disperazione e povertà nelle quali si trova l’Africa. Su questo, sulla vendita delle armi, sulla responsabilità dei conflitti regionali e via discorrendo, avrei voluto sentire l’autorevole voce di chi ha la responsabilità politica dei Paesi occidentali ed invece il silenzio e in Africa si contano più morti intestati alle multinazionali che non al morbo dell’AIDS.

Pace e bene a tutti.