confronto pd

Il confronto fra i tre candidati alla segreteria del Pd nell’arena di X-Factor è per Gianni Cuperlo e Pippo Civati una partita fuori casa, mentre Matteo Renzi appare assolutamente meno a disagio.

Cuperlo nell’arena di X-Factor è come un tacchino che chiede di partecipare alla festa del Ringraziamento. Per quel che riguarda Renzi, invece, non nego che mi aspettavo concludesse cantando e confrontandosi sulle regole elettorali con Morgan… non avrebbe stonato. Sorprendente è Civati: perfettamente a suo agio e per nulla a disagio, nonostante si trovi in un’arena francamente diversa da quella delle sezioni che, sicuramente, ha frequentato più che le piste da discoteca.

La capacità di comunicare oltre le parole, cioè la meta-comunicazione, fa registrare un’altra sorpresa: Civati esprime una positività e una convinzione trascinante; mentre Cuperlo è rigido, freddo e assolutamente incapace di rappresentarsi oltre il senso delle parole. Renzi si è comportato da vero animale da palcoscenico, invece, quando ha compreso che non stava andando come voleva e che Civati, sorprendentemente, gli stava rubando il ruolo del mattatore.

Nei contenuti, lo scontro sulle privatizzazioni è stato uno dei momenti apicali e sicuramente il sindaco di Firenze ha schiacciato in un angolo il suo rivale Cuperlo.

Su Berlusconi, Civati con il suo “non mi fido di Alfano” e la battuta “dalle primarie alle ereditarie” ha preso punti su Renzi che ha detto quello che doveva: non sottovalutiamo Berlusconi. Cosa giustissima. Cuperlo, dal canto suo, su Berlusconi sciorina un ragionamento articolato e profondo, in pochi secondi, giusto. Ma che non riesce ad avere una suggestione per la memoria.

Sul tema del taglio delle spese, l’esperienza diretta di Renzi lo rende credibile e convincente; Civati vagheggia e Cuperlo si incarta su dei flash che mettono in evidenza i problemi, ma poco le soluzioni.

Sulla disoccupazione nessuna differenza particolare; sulle donne, invece, Cuperlo riesce a essere più convincente: parla e vince, anzi, stravince.

Ma passiamo all’Europa: è Cuperlo stavolta ad apparire fuori dal mondo, sembra uno che non ha nulla da spartire con il suo governo… cioè quello di Letta. Renzi cita Spinelli e guarda l’orizzonte, racconta l’imbroglio europeo e punta il dito contro i tecnocrati evocando gli Stati Uniti d’Europa. Civati cita Prodi e si castra da solo: chiude con Barca e ricorda Tafazzi. Sull’Europa, dunque, Renzi sembra prendere le misure. Un paese civile si occupa della Terra dei Fuochi e non fa le marchette. Su questo segna un punto pesante.

Sul governo, Civati parla del partito, Cuperlo difende l’indifendibile, con elenchi di cose esondanti, e Renzi lancia avvisi, anzi minacce, e prende le distanze.

Sui diritti, mentre Civati parla di totale uguaglianza per adozione e unioni delle coppie omosessuali, Cuperlo si allinea con citazioni poetiche – ma che non si capiscono fino in fondo – e Renzi, infine, fa il “destro” con qualche riferimento a Ernesto e Letizia, ma cita esempi incomprensibili. Sul tema, dunque stravince Civati: netto e di sinistra, segna una differenza marcata che tornerà utile nelle urne.

Sulla legge elettorale prendo atto che i tre hanno idee diverse e questo mi preoccupa un po’.

Quando Cuperlo indica Berlinguer nel suo pantheon, nell’arena sale un brivido; Renzi indica l’amico del suo avversario; Civati straccia le “pose” dei due citando persone viventi e in salute e l’Arena lo ringrazia con un’ovazione.

E’ la volta degli appelli finali: Renzi lo dedica alle baby-squillo metafora negativa poco azzeccata, forse improvvisata e malriuscita. Civati si inventa “il Pd che ti sta al fianco” e paraculeggia. Quasi patetico, Cuperlo cita Calvino e spengo la televisione. Anche io ho un limite.

In conclusione, Matteo Renzi vince ma non stravince, facendo se stesso. Accetta il confronto sui contenuti e tiene molto bene, non si perde in superficialità, appare concreto e competente, quindi aggiunge valore al suo percorso.

Cuperlo esprime competenza e profondità, ma incapacità di districarsi tra le ombre dei riflettori. Nella rappresentazione appare rigido quasi freddo, vintage, un vecchio e romantico politico.

Sorprendente per capacità di comunicare, Civati: simpatico, diretto, carino, preparatissimo. Sarà una sorpresa nelle urne, perché riesce a essere chiaro netto rappresenta quello che, senza ambiguità, è il vero vincitore di questa sera.

Cuperlo incapace di stare dentro le regole rigide del confronto, finisce sempre lungo, Renzi si conferma grande mestierante e Civati perfetto e preparatissimo.

Semprini, l’arbitro, è andato meglio di altre volte: l’articolazione delle domande era veramente completa e ben equilibrata.

In definitiva, il confronto si è rivelato utile. Ha saputo tracciare le differenze aiuterà a scegliere chi voterà l’otto dicembre.