Ho analizzato le prime elaborazioni disponibili dei dati delle elezioni in Abruzzo, tra l’altro una tornata molto particolare, ma il cui valore politico nazionale è stato attribuito proprio da chi ha fatto la campagna elettorale.

L’elemento importante riguarda l’affluenza alle urne: poco più della meta dei cittadini abruzzesi è andata a votare che rappresenta il dato più basso dal dopoguerra ad oggi per questa regione. Si tratta di 28 punti rispetto alle politiche e 15,6 rispetto alle passate regionali.

Questo porterà Giovanni Chiodi ha governare questa regione con un quarto dei consensi dei cittadini abruzzesi, se si considera il totale della popolazione avente diritto al voto. Si tratta di un risultato che non rinforza certo il sistema democratico, e nemmeno quello di partecipazione che nel nostro Paese è sempre stato un punto di forza. Vi è una carenza di legittimità, il corpo elettorale si è sottratto come non mai all’offerta politica, ed è per questo che reputo che alla fine in Abruzzo non abbia vinto nessuno, anche se qualcuno ha perso di più.

Ma andiamo per punti.

Il Partito Democratico: questa è una regione dove Del Turco aveva vinto con il 58%, ma senza voler andare così in là nel tempo, lo scenario elettorale del PD è completamente differente rispetto a quello delle politiche di pochi mesi fa.

Come già anticipato dai nostri sondaggi pre-elettorali il Pd viene saccheggiato da Di Pietro, ma quello che perde il Pd e recupera l’Italia dei Valori non consente allo schieramento di pareggiare i conti. Infatti il PD perde quasi 14 punti e l’IDV ne recupera 8, il saldo quindi è meno 6, con il PD sotto la soglia del 20% (aveva preso il 33% alle politiche) che rappresenta non solo la fine all’alleanza con Di Pietro, ma probabilmente si porrà fine anche all’esperienza del Partito Democratico che dalla sua nascita, sotto la guida di Veltroni è riuscito a perdere tutte le competizioni elettorali e difficilmente potrà ristabilire un percorso che torni a renderlo competitivo. Verificheremo se per raggiungere questa consapevolezza sarà necessario prendere una batosta anche alle prossime europee o se qualcuno riuscirà a togliere il timone di mano a Veltroni e a salvare il salvabile di questo progetto politico.

Il Popolo della Libertà: se c’è un partito che ha investito in questa campagna elettorale è proprio quello di Berlusconi che si è recato per ben 3 volte a fare campagna elettorale in Abruzzo e vi ha mandato tutti i suoi ministri. Berlusconi puntava ad un k.o. definitivo e invece si è passati dal 44,7% delle politiche all’attuale 44,65% per il centrosinistra, mentre dal 43,2% al 47,6% del centrodestra che totalizza un più 4,2 e tra i due candidati, non ci sono che 5 punti di differenza, un po’ pochino, un risultato stitico, soprattutto se consideriamo che il PDL per pareggiare i suoi conti deve annettersi la lista civica Rialzati Abruzzo.

L’appealing del PDL non è più luminescente e inoltre la caduta del PD come forza contraria rende sempre meno necessario il partito unico e allo stesso tempo è prevedibile che al nord il PDL non reggerà, come dimostrano i sondaggi, all’impatto della Lega che per pura convenienza politica comincerà a differenziarsi in vista della prossima tornata elettorale delle europee e amministrative del prossimo anno.
L’Italia dei Valori: chi ha vinto senza se e senza ma è sicuramente Antonio Di Pietro, che è riuscito ad attirare a se i voti di dispetto, cioè a raccogliere una parte dell’elettorato deluso dal Pd a cui però non offre un progetto, un’alternativa, ma l’occasione per fare un dispetto. Quindi il suo parco elettori non è consolidato, inquadrato, ideologizzato, informato, ma semplicemente un voto di reazione e di rabbia e non di protesta.
La sinistra radicale: ha guadagnato in tutte le sue componenti, ha raddoppiato i consensi con quella parte di elettorato che si è liberato dall’idea del voto utile ed è tornato a casa. Purtroppo per loro i dati, benché in crescita, non appaiono ancora in una dimensione adeguata per ricostituire il peso specifico del prima del terremoto delle politiche 2008.
UDC-UDEUR: si tratta di un consolidamento dell’elettorato e la naturale convergenza tra Mastella e Casini ha consentito di esprimere un’offerta credibile.
La Destra: ha perso Daniele Santanchè che non è riuscita comunque a far eleggere i propri candidati nelle liste del PDL, e ha perso la Fiamma Tricolore, inoltre ha subito l’aggressività della campagna elettorale del PDL e la concorrenza di Di Pietro che non ha consentito a Storace ed ai suoi di poter concretizzare un risultato positivo che era nell’aria, ma non è certamente su questo terreno che La Destra così come i partiti della Sinistra radicale potranno confrontarsi. La misura che dovrà essere fatta secondo me dopo una seria ed attenta analisi la si coglierà alle prossime europee.
La telefonata di Daniela Santanchè: puntuale, intorno alle 22.00 quando il dato de La Destra era consolidato ho ricevuto la telefonata di Daniela Santanchè che mi ha detto di aver vinto la scommessa. Nessun problema ad ammetterlo ed io sono pronto a pagare la cena senza se e senza ma. Però cara Daniela, ti ho già detto che quando ci si separa la responsabilità non è mai di uno solo e se il tuo abbandono può avere sottratto qualche voto questo non è certamente servito a far eleggere i tuoi candidati, quindi tu senza La Destra sei meno forte e ai contribuito ad indebolire La Destra, anche se devo dirti che sarebbe un pò miope leggere questi dati solo in questa chiave, senza rendersi conto che in Abruzzo è accaduto qualcosa che prescinde dalla diaspora Santanchè/Storace.

Regione Abruzzo: confronto elezioni politiche e regionali 2008

Politiche 2008

Regionali 2008

Differenze

%

Popolo della libertà

41,6

35,18

-6,40

Movimento per l’Autonomia

1,6

3,32

1,71

Rialzati Abruzzo

7,41

7,41

Liberalsocialisti

1,42

1,42

Totale coalizione Chiodi

43,2

47,36

4,17

Partito Democratico

33,5

19,61

-13,88

Di Pietro Italia dei Valori

7,0

15,03

8,02

Partito Socialista

1,0

1,73

0,74

La Sinistra

2,22

2,22

Rifondazione Comunista

2,84

2,84

Comunisti Italiani

1,83

1,83

Democratici per l’Abruzzo

1,38

1,38

Sinistra Arcobaleno

3,2

-3,17

Totale coalizione Costantini

44,7

44,65

-0,01

La Destra – Fiamma Tricolore

3,2

1,76

-1,42

Unione di Centro

5,9

5,61

-0,25

Partito Comunista dei Lavoratori

0,8

0,37

-0,38

Per il bene comune

0,3

0,22

-0,04

Altro

2,0