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Leggo il profilo di Patrizia D’Addario pubblicato in questi giorni, è davvero inquietante, “ha 42 anni la bionda con il registratore che ha preso 7 voti“.

Una famiglia spesso travolta dalla tragedia, smentita da Valeria Marini con la quale la D’Addario racconta di avere condiviso l’abitazione, per non parlare delle vicende di prostituzione e violenza, denuncie, registratori calendari, insomma tanti probemi che quanto meno avrebbe dovuto indurre alla prudenza.

Ma allora cosa faceva a casa del Premier? Qualsiasi sia la natura della sua presenza nella residenza di Silvio Berlusconi, su cui non manifesto interessi morbosi, trovo allucinante che non vi sia stato un controllo e che il capo di un paese importante come l’Italia sia così vulnerabile e il suo sistema di sicurezza un colabrodo.

Qualsiasi siano le esigenze del Premier mi domando se la vita e le circostanze non possano offrire occasioni riservate e sicure. Comunque siano andate le cose Berlusconi fa la figura dello sprovveduto, superficiale che per un capo di governo mi pare più grave del giudizio sulla sua vita privata, che potrebbe restare tale se la si vivesse in modo riservato, ma se diventa occasione di “scandalo” è evidente che il diritto alla privacy è violato proprio da chi lo reclama.

Ma la cosa che mi inquieta e mi indispone ancora di più è la presenza della D’Addario in una lista a sostegno del candidato sindaco di Bari: come vengono scelti i candidati? Con quali criteri? Con quali controlli? Oggi le accurate verifiche del Il Giornale e di Libero ci consegnano il profilo di una mezza pazza paranoica, bravi! Ma queste verifiche non potevano essere fatte prima di metterla in lista?
Insomma qualche cosa non va, e non possiamo liquidarlo con la “solita spazzatura”.