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Rieccocci si riparte, ci aspetta un autunno denso di questioni aperte e di grande interesse non solo nazionale, cose che dovremmo discutere e capire. Lo faremo insieme.

Sarà grazie alla magica fibra della Valle del Tevere umbro ma queste vacanze mi hanno, consentito di “staccare” come non mi accadeva da tempo, e questo fa un gran bene.

Comincerei con le primarie, vi propongo l’articolo che ho scritto per Terra diretto da Luca Bonaccorsi qualche giorno fa, relativamenrte alla guerra dei sondaggia che sta travolgendo il Partito Democratico che da ieri si confronta nell’arena della festa di Genova .

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“Questa è un’estate caratterizzata dalla guerra dei sondaggi relativi ai risultati delle Primarie del Partito Democratico. Da una parte c’è IPR che dà 20 punti di vantaggio a Bersani e dall’altra l’istituto di Pagnoncelli che ci consegna un testa a testa tra Franceschini e Bersani, in mezzo tanti altri numeri, sondaggi e previsioni.

Dalla parti del PD viene mostrato un certo distacco dai sondaggi, ma solo pubblicamente, in realtà nel segreto della segreteria non vi è differenza alcuna con l’atteggiamento dimostrato dagli altri partiti che hanno fatto dei sondaggi un vero e proprio feticcio, un misuratore permanente del rapporto con l’opinione pubblica. D’altronde nel PD lo strumento del sondaggio è stato sdoganato da Veltroni che nel corso dell’ultima campagna elettorale delle politiche lo ha utilizzato per convincere gli elettori che la partita si giocava su una distanza colmabile, ma purtroppo per lui e per chi gli faceva i sondaggi le cose sono andate in modo molto diverso.

Questo per dire che le guerre, sempre, producono uno sconfitto ed in questo caso la sconfitta è nella credibilità dei sondaggi e del sondaggista che comunque è solo comprimario, ma la vera vittima è proprio il politico, portatore e veicolatore del sondaggio perchè investe della propria credibilità i numeri che diffonde.

Dando per scontata la buona fede di tutti, dico che un sondaggio esageratamente “ottimista” può, anche se non è provato, spostare qualche fascia marginale dell’elettorato, certo esalta i tifosi, ma il prezzo che si paga dopo è altissimo, perché c’è sempre un dopo.

Detto tutto questo, chi vincerà queste Primarie? Diciamo subito che i sondaggi d’agosto metodologicamente sono inadatti per prevedere e capire. Inoltre nel caso delle Primarie prima ancora di sapere per chi voterà la gente, bisogna selezionare chi veramente andrà a votare, tra gli iscritti al PD e non. Identificare con precisione questo target è il compito più difficile per chi fa sondaggi, perchè sapere cosa voteranno è una somma algebrica. Quindi io credo che fino a settembre inoltrato noi non saremo strutturalmente in grado di avere una previsione credibile, in quanto sarà nel prossimo autunno che si formerà un’idea nell’opinione pubblica, e solo in quella fase la decisone di andare a votare o meno sarà credibilmente presa.

Credo che Bersani parta in vantaggio perché appare solida la sua attività di presidente della regione Emilia Romagna, esempio di eccellenza, e la sua attività di ministro è una delle poche cose positive che il governo Prodi ha consegnato all’opinione pubblica. L’ex ministro deve però scontare la candidatura Marino, il quale benché non abbia nessuna possibilità di vittoria, di fatto sottrae consensi soprattutto alla lista di Bersani, producendo un vantaggio indiretto a  Franceschini che nonostante non sia nuovo, punta su una discontinuità e appare più orientato al ricambio e ai giovani, inoltre tutti gli attribuiscono il coraggio di aver assunto la guida del partito impedendone il dissolvimento post-veltroniano. Certo è che il PD deve uscire dalla guerra sotterranea ed eterna tra Veltroni e D’Alema, o  finalmente renderla palese senza ipocrisie. Il perpetuarsi di questa situazione di fatto tiene fuori quella parte del PD che proviene dall’esperienza della Margherita.

Quindi, concludendo la battaglia per le Primarie è appena cominciata ed è tutt’altro che scontata, altrimenti non si spiegherebbe come lo stesso Bersani con un presunto vantaggio di venti punti, cerchi affannosamente consenso in target specifici, come qualche giorno fa con Comunione e Liberazione.

Comunque la pensiate le Primarie restano un evento importante per il nostro Paese e per la nostra democrazia, lo sono state nel passato e lo saranno nel futuro. Noi seguiremo questo evento con attenzione, cura e quel rispetto che si deve ad una comunità politica che cerca, anche tra gli affanni, una propria identità ed un proprio percorso che vede impegnate migliaia di persone accomunate da valori, idee e speriamo anche da progetti.  Luigi Crespi””