Insostenibile e insopportabile il dominio violento e privo di ogni sentimento della finanza; regole protette che nessuno ha scelto e votato e che stanno progressivamente demolendo la nostra civiltà, in virtù di un’idea malsana di redditività.

Insostenibile cedere sovranità a un’Europa di banche e banchieri a cui abbiamo ceduto la nostra libertà in cambio di disperazione e povertà. Un’Europa a trazione tedesca dove gli interessi di pochi vanno a discapito di tutti. Vince l’arroganza di chi guadagna di più. Più siamo poveri e meno costa rilevare le nostre aziende e sempre di più cambiano indirizzo. La giustizia armata d’assalto si sostituisce a una classe dirigente politica delegittimata e selezionata per cooptazione e non per merito o per scelta. La salute è in ostaggio di una sanità gonfia di costi e con le eccellenze mortificate ed equiparate alla mediocrità dilettantesca che prevale in ogni settore: burocrazia, comici violenti, leader vecchi e stanchi.

La corruzione è il verbo di un’epoca governata da emergenze mai importanti. Sempre meno posti di lavoro e sempre più gente in fila dalla Caritas. Violentati, ostacolati affamati derisi dileggiati; italiani, senza orgoglio, senza identità, dominati dalla paura e condannati all’inerzia.

È tempo di rivoluzione potente onda capace di spazzare via l’euro dei burocrati, i mantenuti di ogni stato e tutti coloro che garantiscono il proprio benessere sulla sofferenza altrui. Chiusi come in recinti ermetici abbaiamo attraverso la rete che ci separa dal mondo. Somma di parzialità minutaglie di speranza mentre la fame e la sete fa strage tutti i giorni.

Ora è tempo di rivoluzione, alta onda calda di umanità, capace di dare all’uomo la propria dignità. La rivoluzione capace di invertire i valori, capace di ribaltare il paradigma della relazione sociale; una rivoluzione che sale dall’indignazione, la stessa che ha chiesto e chiede tutti i giorni il capo dei cattolici cristiani. La stessa che chi porta il suo nome riuscì a imporre a tutto il mondo attraverso i tempi per arrivare ora e adesso con la stessa voce; rivoluzione.