CASINI_ARRABBIATO

Tutto nasce e si complica dopo l’inaspettato successo personale e politico di Nichi Vendola che, grazie alle primarie, è riuscito in un batter d’occhio a buttarsi alle spalle anni di malcostume e guai giudiziari consumati dentro la Regione Puglia.

Ma la politica italiana è talmente abituata ai colpi di teatro, che desta un po’ di stupore constatare che D’Alema e Casini stavolta l’hanno combinata talmente grossa che adesso il laboratorio politico pugliese tanto ambito sembra stare solo dentro la testa di quel fenomeno di Berlusconi.

La faccenda è straordinariamente grottesca, per non dire divertente. Il “padre nobile” del Pd e il Gran Cerimoniere dell’Udc si mettono in testa di sgonfiare l’ego spropositato di Nichi, ma la suggestiva visione viene interrotta clamorosamente dal populismo messiaco di Vendola che, con un fare più che berlusconiano, si reinventa come l’uomo nuovo, come il super?reden? tore della terra di Fitto e Buttiglione.

Che Boccia fosse una partita persa in partenza lo sapevano anche i bambini, ma come è noto gli ex comunisti sono abituati a capire sempre dopo quello che gli osservatori e i cittadini intendono in un secondo.

Ma fa niente, gli italiani si sono abituati anche a questo. Chiaramente il Cavaliere, che di teatro della politica se ne intende meglio di un Bersani qualsiasi, capisce all’istante che l’unico modo di contrastare la personalità e la forte leadership di Vendola è chiedere ai suoi (Fitto e “comitiva” di Arezzo compresi) di ammettere l’errore “Palese” e lavorare per un candidato forte intorno al quale possano convergere gli interessi sia del Pdl sia dell’Udc.

Insomma, in poche parole, chiede al povero Palese di farsi più in là e invita Casini a governare l’ansia da prestazione di quella signora per bene che è Adriana Poli Bortone. Il Gran Cerimoniere, però, dopo un’attenta ma scafatissima riflessione, decide di giocare in modo tattico: prima illude il Cavaliere mostrandosi più che interessato a trovare una soluzione comune, subito dopo chiede alla Poli Bortone di mantenere il punto, fare una piroetta e ritornare in pista. Meraviglioso!

A tal punto che, come d’incanto, il frastornato Palese ritorna in campo come candidato del Pdl.

Così pure l’ex sindaco di Lecce rimane al suo posto e tanti cari saluti a tutti. Peccato, però, che non si possa mandare già i titoli di cosa: Berlusconi è testardo, non ha nessuna intenzione di arrendersi alle trame di Fitto e Mantovano, e cadesse il cielo, promette che nel giro di qualche giorno, fino al termine di presentazione delle liste, troverà una soluzione in grado di poter competere al meglio con la candidatura di Vendola e fare di questo film un glorioso e intricato romanzo politico.

L’ostinazione di Silvio, del resto, è cosa nota, e basta affidarsi alle parole del suo più stretto collaboratore, Giorgio Stracquadanio, per comprendere che fine rischia di fare la disinvolta prepotenza della Poli Bortone: «Altro che valori del Mezzogiorno, qui siamo alla vanagloria con? tro la Puglia e contro il popolo del centrodestra. Tanto Io e niente Sud». – Il Clandestino

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