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18 gen. – Vi sembrerà strano ma mi sono convinto dello scenario post regionale. Secondo me il PDL come esperienza unitaria è ?nita. Dopo le Regionali, Gianfranco Fini raccoglierà quello che ha saputo seminare e farà nascere una nuova formazione politica, non in contrapposizione a Berlusconi ma sua alleata. Insomma, distinta. D’altro canto il Partito democratico l’implosione l’ha già vissuta, in modo meno traumatico ma continuo.

Un’emorragia continua di voti, uomini, identità che lo ha progressivamente snaturato, rendendolo una realtà ben diversa da quella cresciuta nel 2006 e nata nel 2008. Il PD non esiste ormai più e quindi non ha più ragione di esistere neppure il PDL. Lo stesso Fini ha detto recentemente: “non resterò impiccato a questo bipolarismo”.

Le Regionali sono dunque una battaglia di posizionamento in vista degli scenari futuri. Mi domando dove collocheremo Libero e il Giornale dopo questi cambiamenti. Il colpo tirato all’unisono dai due quotidiani è destinato ad avere un certo peso.

È la prima volta che entrambi i quotidiani marcano una distanza così forte dal leader del centro destra. Belpietro, lo ricordiamo ai lettori,  ha titolato: “Caro Silvio, non ci stiamo. Berlusconi dice che le tasse non si possono abbassare. Questa vola pensiamo che sbagli”. Sulla stessa lunghezza d’onda Feltri: “Il pasticcio delle tasse. Per il momento non si taglia. Il premier annuncia: non è possibile ridurre le aliquote quest’anno, la crisi ce lo impedisce. Vero. Ma perché nei giorni scorsi ci aveva illusi parlando di riforma ?scale imminente?”

Per carità, niente di drammatico. Ma ?datevi, già martedì il Cavaliere non disporrà più dell’indicatore positivo nei sondaggi. Il Clandestino