E’ venuto il giorno del crollo del centrodestra, un crollo inaspettato per dimensioni e volume, che come dato simbolico ha il crollo del proprio leader certificato dal dimezzamento delle preferenze nella sua Milano.

Anche se va detto che la flessione di consensi è gia’ iniziata due anni fa, alle Europee e poi alle Regionali. Una perdita di consensi eclissata dalle evidenti vittorie elettorali. A questo si aggiunge il dato deludente della Lega, che paga un prezzo altissimo e che va al ballottaggio per un pelo a Varese e perde a Gallarate. Le opzioni politiche legate ai Responsabili, l’Adc di Pionati, il Pit di Romano, escludono il ridimensionamento della tornata elettorale.

Anche il Terzo Polo non ha di che gioire, a parte Trieste e Napoli. Per il resto l’opzione politica terzista è stata accolta con freddezza: a Milano e Napoli la somma dei voti non avrebbe concesso la vittoria al centrodestra.


Quindi serve un ripensamento a partire dalla logica delle alleanze, dalla logica della leadership. A centrodestra bisogna canbiare l’inno. E’ finito il tempo del “Meno male che Silvio c’è”, deve aprirsi un tempo in cui l’evoluzione dell’analisi politica crei una relazione piu’ forte con i cittadini. C’è solo uno che oggi passa una giornata positiva.

Non dico che se la ride, ma con un minimo di pudore qualche sorriso gli sara’ sorto. Si tratta di Gianfranco Micciche’ di Forza del Sud, che al suo esordio porta a casa un ottimo 5,2% (fuori casa, a Napoli), diventando il secondo partito della coalizione e il quarto della citta’ di Napoli, confermato dalle altre citta’ dove si è presentato, come Reggio Calabria, dove ha ottenuto quasi il 5%. Ora questa opzione, che è stata giudicata folcloristica e legata a un conflitto personale siciliano, si misura per la prima volta fuori dalla Sicilia con successo e si prepara con i migliori auspici ad affrontare le amministrative proprio in Sicilia.