Nell’arco di pochissime settimane abbiamo assistito ad un singolare sincronismo di notizie giudiziarie: lo scandalo prima a Firenze, poi a Pescara, poi in Basilicata e per finire a Napoli.

A quindici anni da “Mani pulite” resta un risultato: l’azione del Pool ha determinato la cancellazione dal quadro democratico del nostro Paese di due partiti, la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista e il signor Di Pietro è a capo di una formazione politica giustizialista ed il partito da lui salvato, oggi suo alleato che cade nella stessa matassa melmosa da cui sono scampati allora. Ma ci sono due punti importanti:
Il primo è il silenzio di Berlusconi, alimentato dal gusto della vendetta. Non si può essere garantisti con gli amici e giustizialisti con i nemici e se quello che è accaduto al PD fosse successo a Forza Italia oggi starebbe sbraitando al golpe e alle toghe rosse. Mi piacerebbe che la stessa foga che ha messo nel difendere se stesso ed i suoi amici, spesso sottoposti ad oggettive angherie da parte della magistratura, la usasse anche a tutela dei diritti degli avversari, soprattutto oggi che ricopre un ruolo di governo di tutti gli italiani.
Il secondo è che appare assolutamente singolare il sincronismo con cui sono avvenute le indagini: Pescara, Napoli, Firenze e ancor prima l’Abruzzo. Il Pd che ha nel suo dna il PCI che aveva inneggiato a Mani pulite tra il 92 e il 94 ha fatto le liste di proscrizione tra onesti e disonesti si trova oggi nell’identica situazione, travolto dalla questione morale che fu il baluardo del partito dalla mani pulite di Enrico Berlinguer e la gravità di questa posizione non è attenuata dal fatto che i vertici del partito, al contrario di quanto è avvenuto con Mani pulite, non ne siano coinvolti.

Questo è il ragionamento che fanno tutti quelli che si approcciano a questa vicenda prendendo come oro colato ciò che i PM cioè l’accusa, ha messo nelle carte, ma la storia ci ha insegnato che le sentenze preventive non sempre sono coerenti con quelle finali. Decine sono le persone che sono state “sputtanate” e poi assolte nei vari gradi di giudizio e certamente non grazie a leggi ad hoc, ma la morte di Gardini, di Cagliari, di Balsamo, quella in esilio di Bettino Craxi ed anche le più recenti vicende che si sono rivelate delle bufale (vedi Woodstock) o le vicende tutte ancora da chiarire su De Magistriis non ci hanno insegnato niente.

Ieri puntualmente tutti i media in totale sintonia con i PM hanno emesso la loro sentenza, giustificati e coperti dalle ordinanze, hanno pubblicato intercettazioni parziali ed ovviamente la sola ricostruzione dell’accusa, senza che nessuno degli indagati abbia avuto la possibilità di potersi difendere o poter preventivamente leggere le carte. E’ andato puntualmente in scena il processo sulla pubblica piazza, quella gogna mediatica che non distingue colpevoli da innocenti, che massifica tutto, rende tutto uguale, tutti ladri,criminali e delinquenti, per alimentare uno sdegno che dura il tempo di uno spot per poi passare al prossimo mostro, al prossimo scandalo.

Oggi ho letto lo stesso titolo su Il Manifesto e su Il Giornale “Vedi Napoli e poi muori”, sul Foglio e su Libero “Manette sulla città”, ieri a Porta a Porta ho visto sostituire il plastico di Cogne con la mancanza di rispetto anche per un morto, mandando in diretta le intercettazioni che riguardavano Nugnes, senza pensare al dolore, ai famigliari, senza un minimo di civiltà e umanità. Ci sono persone come la Palombelli o lo stesso Rutelli citati nelle telefonate e sbattuti in prima pagina senza rispetto e senza alcuna verifica.

Come nel 92 ritorneremo a vedere gli sgherri di Fede davanti ai tribunali? Possiamo tacere di fronte alle cose illogiche? Pensate al caso di Bocchino in Campania sta all’opposizione da sempre e alla luce del sole fa l’imprenditore socio del “mostro Romeo” e solo perché tra i due c’è una telefonata in cui gli si chiede di intervenire nel suo partito per non ostacolare una miliardaria delibera, i PM ne chiedono l’arresto, ma naturalmente nell’ordinanza omettono di dire che AN non solo ha votato contro, ma ha anche fatto ostruzionismo.

Ma intanto l’effetto è stato determinato. Se anche una sola persona per bene, e tra queste sono convinto ci sia Italo Bocchino, dovesse essere ingiustamente infangata da questa retata sincronizzata tra le procure, noi avremmo ancora umiliato la giustizia e la legalità. Non posso dimenticare che proprio in quel tribunale è stato ucciso Enzo Tortora, come poco distante da lì è partita la spallata che ha fatto cadere il governo Prodi ma che giudiziariamente si è rivelata una spintarella, intanto però Prodi non c’è più e il fatto che abbiano archiviato la sua posizione nell’indagine Why Not non ha certamente mobilitato le prime pagine. Certo il coinvolgimento di Bocchino ha consentito titoli vergognosi come quello della Sicilia “Il saccheggio bi-partisan” invece Prodi non fa più notizia.

Assessori arrestati, presidenti di regioni indagati, giunte spazzate via, sindaci decapitati, tintinnare di manette ovunque, ma possibile che il nostro Paese sia così pieno di ladri e criminali? Credo che finchè non si interromperà il legame perverso tra inquisitori ed informazione non si smetterà di condannare preventivamente le persone, finchè la spettacolarizzazione della giustizia non verrà soppiantata da un senso di civiltà superiore, noi verremo sempre indotti a cercare i ladri ed a creare mostri per riempire le prime pagine.

Ma l’anomalia nasce da lontano ed è rappresentata da un PM che ha trasformato un’indagine inutile dal punto di vista giudiziario, morale e culturale in un partito politico, ed è proprio la sua azione che ha determinato la nascita di un’altra anomalia, quella di Silvio Berlusconi, innestando un percorso che ha negato giustizia e crescita al Paese. Tutto ciò ha alimentato un bieco giustizialismo scandalistico e anti-democratico che rende l’Italia peggio di prima.

E’ necessario che la politica rifondi il suo codice di valori e non lo faccia con proclami pubblicitari ma in sintonia con il Paese ed in un momento di grave crisi sia in grado di rigenerare valori, idee, principi, ideali che parli alla testa e non alla pancia, che diventi servizio e non privilegio, trovando una nuova via di cui tutti sentono il bisogno ma nessuno riesce a trovare che peschi nell’essenza più profonda e spirituale dell’uomo ed è per questo che dobbiamo aborrire sia gli unti che gli untori che sono sintomi della stessa malattia.