Il mio commento su Il Tempo – La società liquida di Bauman cambia stato e si trasforma in società gassosa: il voto della Francia e l’inedito duello Macron-Le Pen segna un passaggio storico.
Dalla pancia dell’Europa all’intestino e l’intestino produce gas: non profumo ma fetore.
Cosa c’è che non funziona: Macron e Le Pen sono i due rovesci di una stessa medaglia arrugginita.
Da una parte Emmanuel Macron, personaggio eterodiretto da una figura femminile che fa di tutto per marcare la sua presenza. Sul giovane (molto probabilmente) futuro presidente incombe l’ombra lunga di una “moglie nonna”: la signora Macron è la prima “spin milf” della storia.

Nessuno mi accusi di maschilismo: la mia riflessione non ha nulla a che fare con il tema di genere, bensì con un tema di ruolo. La moglie di Macron è una figura che fa tutto per manifestare il proprio dominio su questo uomo, un atteggiamento che ha un nome: controllo. Sovrastato da lei, Macron appare un personaggio freddo, che ha commentato i risultati leggendo un discorso con tono, temi e postura dal contenuto sbagliato senza nessuna inflessione emotiva né un messaggio che abbia avuto un senso.

Poi c’è Marie Le Pen, al contrario figura maschile, fisica, emotiva, emozionale: secondo i numeri sembra difficile che possa affermarsi al secondo turno. Ma attenzione: che si affermasse uno come Trump era molto difficile secondo le previsioni, ma potrebbe accadere che la figura inadeguata di Macron possa rilanciare la figura forte ed emotiva di Le Pen.

La mia non è una riflessione politica, ma di immagine e su questa linea proseguo per spiegare come mai Macron ha pareggiato e al secondo turno probabilmente vincerà.
Non certo perché è un candidato forte: la verità è che potrebbe vincere perché la debolezza degli altri è assoluta. Dopo Holland, il “Fantozzi della politica”, nessuno del suo schieramento avrebbe potuto prendere più del sei per cento.

Una sinistra disgregata dopo anni di delirio Hollande, un Fillon stravolto dagli scandali che testardamente ha voluto portare a fondo con se la barca del gollisti, hanno segnato queste elezioni. Dunque, se qualcuno pensa che Macron vince perché forte o bravo o preparato sbaglia: succede perché i suoi competitors erano impresentabili, incapaci dal punto di vista politico e contenutistico. Macron vince per disperazione.

Ma cosa accadrà realmente: i francesi sceglieranno davvero il meno peggio oppure chi reputano il migliore, facendo valere un messaggio politico ritenuto “politicamente scorretto”?