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di Laura della Pasqua – Lo «scandalo» delle escort ha colpito Berlusconi solo di striscio. Il restyling di immagine che il premier ha avviato a cominciare dal G8 e richiamando l’attenzione generale sui problemi concreti del Paese, partendo dalla ricostruzione dell’Abruzzo fino agli interventi per contrastare la crisi economica, sta portando i suoi frutti. I consensi sono in recupero dopo il momento di caduta che si è verificato a giugno.

La strategia di demolire l’autorevolezza del presidente del Consiglio e di indebolirlo si è rivelata fallimentare. Ma veniamo ai numeri. Secondo le rilevazioni di «Crespi Ricerche », la popolarità di Berlusconi, a cominciare da giugno, ha visto un costante recupero. A maggio il premier era al 60%, già in calo di cinque punti rispetto ad aprile. Ma è a giugno che Berlusconi, sotto il tiro incrociato della stampa nazionale e di quella estera, ha vissuto il momento più buio in termini di consensi. Dal 60% è crollato al 51%.
Le crepe nella popolarità del premier hanno messo a dura prova anche l’immagine del governo. La girandola di ipotesi circa un cambio della guardia a Palazzo Chigi e sulla creazione di un governo istituzionale o tecnico per affrontare le emergenze del Paese a cui si sono aggiunte anche le illazioni sulla fine anticipata della legislatura, hanno determinato una sensazione di sbandamento nell’elettorato che si è tradotto in un calo della fiducia verso il governo. Così dal 56% a aprile si è passati al 53% a maggio e poi al 52% a giugno.
Ma l’impatto del sexy-gate si è esaurito nel giro di un mese nonostante il perdurare degli attacchi martellanti della stampa di sinistra. A luglio il gradimento di Berlusconi è salito al 54% e nell’ultima settimana di questo mese al 55%. L’aumento dei consensi si traduce in un uguale andamento positivo nelle intenzioni di voto. Il Pdl era a maggio al 40% poi sceso al 37% a giugno ma a luglio è risalito al 37,5% e nell’ultima settimana al 38%. Il Pd che avrebbe dovuto avvantaggiarsi dalla campagna denigratoria contro Berlusconi, porta a casa solo le briciole.
Nelle intenzioni di voto il partito di Franceschini passa dal 25,7% a maggio al 26% di giugno ma nell’ultima settimana di luglio vira al ribasso al 25,5%. L’Italia dei Valori non convince: dal 7,2% di maggio passa al 9% di giugno ma scende a luglio all’8,5%.
Luigi Crespi commenta così questi dati: «Berlusconi ha avuto un contraccolpo tre mesi fa ma già da giugno macina consensi anche se non è ancora tornato sui valori di inizio anno». Secondo Crespi gran parte del recupero di popolarità è dovuto al successo del G8 mentre non lo sta aiutando la polemica sul partito del sud.
«Quando ci sono polemiche nella maggioranza chi paga è il premier». Ma la vera sfida secondo il sondaggista, sarà per la ripresa autunnale. «La partita si giocherà a L’Aquila non a Bari. Se Berlusconi riuscirà a ridurre il conflitto dentro la maggioranza e a concentrarsi sull’Abruzzo consegnando le case prima dell’inverno, Berlusconi potrebbe chiudere l’anno con il 70% dei consensi». (Il Tempo)