C’è un’assoluta pregnanza tra la televisione di Berlusconi e il suo elettorato. Lui è il politico perfetto di Mediaset: è l’espressione culturale di quel mondo”. Luigi Crespi, direttore dell’omonimo istituto di indagini statistiche, oltre a essere uno dei pochi spin doctor italiani conossce bene il premier e tutto quello che lo circonda.

Il cavaliere, quindi, ha costruito e modellato il suo elettorato?
Non c’è stata una strategia, ma nasce dalla capacità culturale di aver proiettato la rappresentazione collettiva della donna oggetto, attraverso un’offerta televisiva, alla quale la Rai si è omologata, fatta da decine di programmi tipo “Dallas”, il “Gioco delle coppie”, “Drive In” e la stessa “Striscia la Notizia”.

Ancora una volta Berlusconi divide l’Italia.
Direi di sì. Ci sono quelli che credono alle accuse della Procura di Milano, gli elettori di destra. Il Bunga-bunga non l’ha inventato lui, la storia è piena di leader che, per buona creanza, mostravano all’esterno le pubbliche virtù e tenevano nascosti i vizi privati.

Il Cavaliere invece?
Lo esibisce e in più di un’occasione l’ha dichiarato pubblicamente.

Pensa anche lei sia una vittima dell’aggressione politica e del suo enturage?
È così ed è evidente, perché un buon amico di Berlusconi non avrebbe dovuto favorire e accompagnare ragazze agli incontri. Avrebbe dovuto invece cime aveva indicato anche l’ex moglie, scuoterlo per evitare di diventare complice del suo suicidio.

Sarà anche un suicidio politico?
Nell’immediato scatta un sistema di autodifesa, ma bisognerà vedere nel tempo che cosa succederà. È vero che dopo il caso Noemi e D’Addario il Pdl ha vinto le Regionali, ma gli effetti ci sono stati perché rispetto alle Politiche ha perso molti voti. Oggi i sondaggi gli sono favorevoli, ma è difficile prevedere i risultati tra qualche mese, anche perché non si sa quali sono gli altri schieramenti e i candidati premier.

Ma qual è l’identikit dell’elettorato berlusconiano che emerge dai vostri ultimi sondaggi?
Rispetto a quest’ultima vicenda l’elettorato berlusconiano è diviso tra quelli che lo giustificano e, anzi, lo apprezzano, e quelli che, in modo fideistico, negano qualsiasi evidenza.

Quali sono gli argomenti a sostegno della prima testi?
Berlusconi è l’oggetto del desiderio delle ragazze che vorrebbero stare tra le prescelte e degli uomini che vorrebbero essere al suo posto. Secondo loro è giusto che si diverta, dal momento che lavora tanto, è scapolo, ricco, potente e il potere attrae ed erotizza le donne. E quest’ultime sono tutte consenzienti. In sintesi questi elettori pensano: meglio lui che va con le donne, piuttosto che quelli di sinistra che frequentano i trans.

E quelli che negano qualsiasi evidenza?
Arriverebbero a sostenere la falsità anche di un filmato o di una foto, e se Berlusconi confessasse direbbero che si tratta di un ventriloquo. Per queste persone non c’è nulla che possa riuscire a modificare l’idea che hanno del Cavaliere e che lui ha costruito in questi anni.

Tutte e due queste categorie si fidano, quindi, ancora di lui?
Direi che lo votano. Ma la questione è un’altra: posto che gli elettori di Berlusconi sono il 25/30 per cento come mai il restante 70 per cento non riesce a prevalere?

Come è possibile?
In questo 30 per cento le componenti culturali e antropologiche sono differenti e la capacità di Berlusconi è quella di rappresentare se stesso e farsi percepire come maggioranza nel Paese, ma non lo è mai stato. Eppure costringe tutti a rispondere e a programmare l’agenda politico-istituzionale su quello che dice e fa. Ogni atto politico di questo Paese si trasforma in un referendum su Berlusconi.

Come se ne esce?
L’ipotesi di sostituirlo con Gianni Letta la considero profondamente antiberlusconiana, anzi direi post-berlusconiana. È geniale perché di fatto destruttura Berlusconi, senza dare l’idea di scalzarlo, dal momento che Letta rappresenta l’idea di continuità. Ma il Cavaliere non accetterà mai questa idea perché il sottosegretario alla presidenza non è in grado di garantire l’idea di onnipotenza che lui riesce a rappresentare.

Adesso però è in difficoltà?
Non è andato in crisi per le accuse di mandante delle stragi mafiose, non sarà certo il Bunga-bunga a creargli problemi. Saranno le questioni serie come l’Abruzzo, la spazzatura di Napoli e altre cose del genere a pesare sul suo governo. Oltre alla distanza che aumenta tra lui e i giovani elettori.

Altro aspetto da tenere presente.
Infatti il suo modello è vecchio, non è in grado di interpretare i nuovi media e non sa che cosa siano. È fermo alla massificazione della television, mentre questi nuovi strumenti sono la personalizzazione della capacità di interpretare. Berlusconi considera internet il quarto canale Mediaset.