La domanda da porsi è semplice, e riguarda la possibilità di fare i tagli alla spesa in Italia per trovare le risorse per abbassare la pressione fiscale e rilanciare gli investimenti: se il governatore della Campania Stefano Caldoroè stato capace di tagliare un miliardo di euro di sprechi nel solo settore sanitario, come è possibile che il presidente del consiglio Enrico Letta non riesca a trovare quattro miliardi con cui coprire l’intera abolizione dell’Imu per tutti e il non aumento dell’Iva?

Evidentemente è nata una stella del buon governo in Italia e non essendo possibile nel nostro paese per definizione essere profeti in patria abbiamo dovuto leggere gli elogi quasi imbarazzanti che fa un report di Standard and Poor’s sulla Campania, confermando anche per quest’anno il rating di tripla B, per rendercene conto.

Anzi, a dirla tutta, secondo gli analisti di S&P, può essere casomai l’Italia a creare problemi alla Campania ma non viceversa. Leggere per credere questo passaggio che si trova nella prima delle sei pagine di cui è costituito il cosiddetto “outlook”: “la Campania ha raggiunto i risultati attesi e ha continuato a tenere a freno la spesa sanitaria; le misure messe in atto per contenere il debito verso i fornitori sono state efficaci, e riteniamo che i rischi associati al livello molto elevato del debito commerciale si siano ridotti; abbiamo confermato il rating “BBB” della regione Campania ; le prospettive negative sul rating della regione Campania, riflettono quelle sul rating della Repubblica italiana e indicano il possibile abbassamento del rating della Campania qualora il rating dell’Italia fosse rivisto al ribasso”.

Tradotto in parole povere questo significa che “le prospettive negative sul rating della Regione Campania riflettono unicamente quelle sul rating della repubblica italiana. Il rating della regione Campania sarà rivisto al ribasso qualora a parità di condizioni si verificasse un abbassamento del rating della repubblica italiana”.

Poi sui risultati parla da solo questo dato: “l’attuale amministrazione è inoltre riuscita a contenere il debito verso i fornitori sanitari. Nel 2012, l’ammontare di tale debito è diminuito di un miliardo di euro, dopo tre anni consecutivi di crescita a doppia cifra tra il 2008 e il 2010…”

Alla luce di questo giudizio “BBB” di Standard per Caldoro, che ricalca la stessa affidabilità attribuita all’Italia (con la differenza che per la Campania la cosa è da considerarsi molto positiva mentre per Letta suona come una bocciatura) non c’è che da augurarsi che altre regioni seguano l’esempio. E che anche gli esponenti dello stato centrale e di chi lo governa, nella fattispecie gli uomini dell’esecutivo di larghe intese, vadano in processione da Stefano Caldoro per farsi letteralmente insegnare come si possa sanare una situazione che tutti hanno ritenuto disperata fino a un anno prima senza riempire di nuove tasse gli incolpevoli contribuenti.