Se il parametro con cui misuriamo il successo della tv è l’auditel, allora le donne che hanno successo sono la De Filippi e Milly Carlucci.

Ma la tv al femminile non era portatrice di linguaggi, valori, approfondimenti diversi, più profondi, più attenti, più avvolgenti?

Qualche quinquennio fa debuttò su Rai3 una trasmissione che si chiamava la “Tv delle ragazze”. Un programma talmente innovativo che condizionò la tv nei 20 anni successivi: innovava il linguaggio, la scenografia, la messa in scena, la relazione tra gli ospiti e la costruzione stessa della scaletta.

Da quel programma sono nati decine di altri programmi, come format di un format e oggi ci troviamo di fronte alla digressione di quello stesso programma. La Dandini su La7 fa fatica a superare il 2% di share, mettendo in scena un programma satirico che non fa ridere nessuno.

Pensate al debutto della Guzzanti dopo 9 anni, dico 9 anni, in cui abbiamo assistito al crollo del mondo occidentale, al crollo dell’economia di mercato alla crisi della democrazia, a tsunami e terremoti. Tutto questo sembra non abbia minimamente scalfito la Guzzanti che si è presentata si è presentata, dopo 9 anni, con lo stesso programma di 9 anni fa.

Ma d’altronde anche Daria Bignardi fa lo stesso programma da quando era una studentessa. Pensate anche a Telecamere di Anna La Rosa: stessa trasmissione da oltre dieci anni.

Quando ci troviamo di fronte a programmi di approfondimento di questo tipo, il ricordo della “Tv delle ragazze” è ormai vano e consumato.

Anche le altre non hanno fatto dell’innovazione il loto plus, la De Filippi e la Carlucci fanno lo stesso programma da svariati anni. Ma almeno fanno ascolti e legittimano la loro presenza in tv e nei palinsesti.

In ogni caso manca lo sguardo femminile, il tocco rosa, il punto di vista peculiare che forse trovo in alcuni programmi che hanno tratti maschili come Report.

Siamo di fronte alla crisi della tv, che ha mostrato anche un’incapacità di gestire il rapporto con i nuovi media che ha portato ad una relazione ansiogena con Twitter, Facebook, blog, siti che al massimo vengono infilati in un contenitore o utilizzati come fa la Costamagna nel suo Robinson, che di clonature ne ha messe insieme parecchie.

Risultato finale, amici miei, è una grande noia e rischia così di vincere solo lo sfarfallare di Belen.