Il debutto di Enrico Mentana è in stile Mentana, asciutto ed essenziale con un breve editoriale nell’edizione delle 20 e 30 ha parlato di notizie quelle che il suo TG saprà dare, la linea di libertà non sarà intaccata: cercheremo di darvi in piena libertà tutte le notizie che riteniamo più importanti, per noi e per voi, e lo faremo in un modo agilmente libero. E questo farà la differenza nei momenti difficili per l’informazione che speriamo di poter superare.

Mentana non vuole fare grandi proclami Autorevole e fruibile, questo e l’obbiettivo di Mentana che ha firmato la sua prima edizione ricca di interviste e contributi. Un buon esordio anche se luglio e agosto saranno 2 mesi di messa appunto per arrivare a regime a settembre.
Ma i primissimi interventi danno il segno: più notizie quindi via l’ospite nell’editoriale 12 e 30 e maggiore autorevolezza e quindi via il televoto in apertura di TG, .Ddl intercettazioni all’indomani della manifestazione, Pier Paolo Zaccai il consigliere provinciale di Roma che sarebbe finito in ospedale dopo un festino a base di trans e coca e il mondiale con l’esclusione del Brasile. Questo il menù del primo TG marchiato Mentana.
Mentana ha passato la sua giornata incontrando tecnici, giornalisti e collaboratori de La7, tracciando da subito la strategia del suo piano editoriale che vede al centro il telegiornale che deve diventare il punto di forza della rete, la pietra più pregiata, con un notiziario serio, completo, senza reticenze e senza sudditanze.
Fraterno il saluto a Piroso a cui ha riconosciuto di avere dato personalità all’informazione della rete ma Piroso ha lasciato la direzione con un editoriale un p patetico che oggi Aldo Grasso giustamente stronca: Mi ero sintonizzato per tempo su La 7 per vedere il nuovo programma di Luisella Costamagna e Luca Telese “In onda,” quando un minaccioso proclama (lettere bianche in campo nero) ha cominciato a scorrere, in apertura del tg. Era l’editoriale di commiato di Antonello Piroso il critico del Corriere incalza: Annuncio tv a metà tra il bollettino della vittoria del generale Diaz e la lettera di Tot e Peppino. Il richiamo impietoso e al generale Diaz: bollettino della vittoria firmato Diaz: stesse parole scolpite nel marmo, stessi riferimenti agli spettatori catturati (Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni). Piroso parlava di audience, ma era la stessa cosa Più divertente è il riferimento a Toto e Peppino e la malafemmina: mancava solo il riferimento alla moria delle vacche, ma quanto a parentesi, punti e punti e virgola l’estensore non ha badato a spese e conclude la stroncatura in modo lapidario: questo congedo è ben poco significativo per la storia della tv (uno dei tanti exploit da prima donna), ma si offrirà come capitolo fondamentale per la storia del narcisismo mediatico. A volte, una lapide racconta molto più di un volto. Amen. (Clandestinoweb)