Non più tardi di ieri davanti alla Annunziata minimizzava la rivolta dei Forconi siciliana declassandola a semplice protesta, poi i sospetti di mafiosità che riguardano quasi ogni cosa che tocca la Sicilia aveva fatto pensare che i motivi e le ragioni della rivolta non fossero tali da potere essere un problema.

Oggi la Cancellieri si sorprende preoccupata perché la gente per strada non è più in Sicilia, ma passa da Genova, Bergamo, Roma solo per citarne alcune. La rivolta attraversa il paese anche se coinvolge alcune categorie specifiche; non è estesa non è di massa. Non passa attraverso i partiti storditi ed avviliti dalle loro meschinità, non passa attraverso i sindacati, esce dagli schemi alimentata dal disagio economico che si sta estendendo a macchia di leopardo.

La questione è che sta passando l’idea che i sacrifici e i tagli imposti da Monti non servano a salvare il paese e il futuro dei nostri figli, e allora la straordinaria disponibilità di qualche mese fa, che ha consentito a Monti di tagliare persino pensioni e di allungare l’età pensionabile, è venuta meno di colpo.

La questione è che questo disagio non trova una rappresentazione né mediatica né politica e rimane compressa, schiacciata e questo rappresenta un innesco che ne aumenta la pericolosità. La sobrietà di Monti sta declinando sempre di più verso la strafottenza, una forma di arroganza che trasforma il Decreto “cresci Italia” in un un’operazione che viene sempre più percepita come un massacro sociale, da “piangi Italia”; l’idea che questa lenzuolata di 90 riforme liberalizzante porti l’incremento del pil del 10% e ben 1800 euro nelle tasche degli italiani suona allo stato attuale una promessa poco credibile.

Monti mantiene il suo consenso sopra il 50% ma non per la capacita ti tracciare una parabola fuori dalla crisi, ma solo perché a lui non si vedono alternative, non si vede chi possa fare meglio di lui, non si vedono altre soluzioni e qualcuno teme che il suo avvicendamento possa riproporci un recente passato che è passato per sempre, ma che per alcuni resta una vera ossessione.