mario campagna pd

Quando ho visto la nuova campagna del Pd, coordinata da Francesco Nicodemo e da una nota agenzia di pubblicità ho pensato che i miei collaboratori mi stessero prendendo in giro. Ero sicuro del fatto che una campagna del genere potesse avere al massimo come creativo @Pinucciotwit, essendo semplicemente inconcepibile, repellente. Guardiamo ai canoni estetici adottati, o ai modelli: nel tentativo di essere normali sono stati trasformati in un campionario di personaggi dei Monty Python. Sono diventati comici, anzi grotteschi.

#CambiaVerso? Ma #CambiaGrafico… Anzi, #CambiaSpacciatore!

Come si fa a prendere una povera donna, Gianna, e umiliarla, ridicolizzarla, in questa maniera? Già è in una età e in una condizione per la quale la “contraffazione e la sicurezza alimentare” hanno già prodotto i loro danni. Viene presentata con un cappotto color cachi, stile anni ‘50, lo stesso con il quale si è laureata, probabilmente. Ma chi può aver concepito qualcosa del genere? Quale mente malata? Gianna deve querelarli per danno d’immagine permanente! Sicuramente l’hanno attirata con una trappola davanti a una bandiera europea.

Vogliamo poi parlare di Chiara? Ma che le hanno fatto al reggiseno? C’è un seno che va da Parigi a Berlino, e, sicuramente, studiare l’ha stressata. Vogliamo parlare poi della Panda Rossa del ’74 che si vede sullo sfondo? Sarà di certo un messaggio subliminale per Marchionne!

Poi c’è Alex. “Banda larga in tempi stretti”? Qui l’unica banda da chiamare in causa è quella della Magliana! È rappresentato come un ex Br, e la bicicletta con il cicalino… ma dove l’hanno preso? In un centro sociale di Milano? Un Alex Drastico, con la bici al posto del motorino.

E veniamo a lui, Mario. Quando ho letto “Ce lo chiede Mario” ho pensato a Monti. Ma questo Mario, chi è? E quel moschettone con le chiavi attaccate… Cosa significa? Forse è il custode del Pd?

La campagna nasconde, poi, un altro messaggio subliminale. Guardate la bandiera: è sempre trasfigurata, come a dire #cambiaverso e cambia anche l’Europa. Avete notato poi la finezza della numerazione delle stelle? Hanno fatto in modo che in nessuna delle fotografie ci siano 5 stelle: sempre 4 o 4 e mezzo.

Fantastica poi la spiegazione data dai pubblicitari alla campagna, condita con nuvolette… vuote! Della serie: “riempitele voi, perché noi non sappiamo cosa comunicare”.

Ora, io non voglio essere offensivo, ma veramente i testimonial (e sicuramente l’hanno fatto gratuitamente e casualmente – non possono di certo essere il frutto di un casting) devono chiedere i danni.

Anzi, vorrei proporre anch’io un manifesto, gratuitamente, #velochiedoio: salvaguardiamo queste povere persone che saranno massacrate pubblicamente. Cambiamo copy e cambiamo art. Andate all’Accademia di comunicazione di Milano e affidatevi a qualcuno che ha una creatività meno depravata, meno renziana. Questa campagna non è solo ridicola, è paradossale.

Non si capisce cosa dice, il messaggio, il mittente, tutte le regole della comunicazione sono banalizzate. I piani della relazione, della costruzione del rapporto, le logiche dell’estetica saltano e si pensa semplicemente che un richiamo vagheggiante a parole d’ordine vecchie sia sufficiente a centrare l’obiettivo.

Qual è il messaggio? Che un grande uomo, un personaggio stellare, straordinario come Renzi si circonda di gente qualsiasi, di “sfigati”. Questa non è una campagna young, cool, è una campagna pseudo giovanilistica, post-comunista e ruffiana.

Difficilmente una serie di pubblicità ha generato un simile grado di sarcasmo, incomprensione e indignazione come questa. Non c’è niente da salvare, se non l’agenzia. E, soprattutto, il soldato Mario.