DAGOSPIARiporto di seguito la mia intervista rilasciata qualche giorno fa a Carlo Tarallo per Dagospia

Messo sotto accusa da alcuni esponenti di primo piano del “cerchio magico” di Stefano Caldoro, Luigi Crespi ha fino ad ora rifiutato ogni intervista, come sua consuetudine. Lo spin nel fianco del governatore uscente della Campania, però, si lascia andare con Dagospia e rivela alcuni particolari inediti della campagna elettorale. E fa chiarezza sulle voci di contrasti aspri con Alessandra Caldoro, sorella di Stefano. Non solo: Crespi rivela anche come la sparata di Rosy Bindi su Vincenzo De Luca, a suo giudizio, abbia avvantaggiato proprio il candidato del Pd.

Luigi Crespi: la campagna elettorale di Caldoro è stata un fallimento. Perché?

“Il suo giudizio è tecnicamente sbagliato e non rende merito ai volontari straordinari, tra cui tantissimi giovani che hanno dato l’anima in questa campagna. Sono convinto che dopo una sconfitta si debba andare al mare non certo rispondere a domande, ma in questa occasione risponderle è un piacere perché quella di Caldoro è stata una sconfitta di successo. Lo dicono i dati e i flussi elettorali.

Nelle condizioni date Caldoro ha recuperato molti punti percentuali e ribaltato una percezione che De Luca aveva costruito con una campagna iniziata un anno prima. Per quel che mi riguarda, sono un professionista. Ho guidato il comitato per poche settimane, con un candidato come Caldoro che è molto strutturato e i paletti creativi sono molto rigidi, come è giusto che sia. Come professionista era un dovere rispettare il suo stile”.

Avete basato tutto sugli impresentabili, ma anche le liste del centrodestra ne erano piene…

“Non mi risulta. La convention del 9 maggio, data di inizio della campagna elettorale, era tutta centrata sui contenuti di 5 anni di amministrazione. Ancora oggi puoi verificare sul sito caldoropresidente e non troverai una riga sugli impresentabili. Semmai la questione posta è stata quella relativa alla legge Severino e la sua applicazione e di questo si discute ancora oggi prova che la questione posta da Caldoro non era una strumentalizzazione da campagna elettorale”.

Nemmeno l’assist della Bindi è riuscito a farvi vincere…

“Ma quale assist! La Bindi ha creato una reazione d’orgoglio soprattutto a Salerno dove i risultati di De Luca sono stati straordinari e determinanti per la sua vittoria, cosa che non si è verificata a Napoli. La Bindi ha dato una spinta decisiva soprattutto grazie alla reazione dentro il Pd che ha fatto apparire la pubblicazione del suo nome una vendetta personale, una vendetta politica e non sono le mie parole ma quelle usate da chi in quelle ore nel Pd ha difeso De Luca”

Il ruolo di primo piano nella campagna assunto dai familiari di Caldoro, attivissimi sui social, a partire dalla sorella Alessandra? Vi ha aiutato?

“Non mi risulta che i familiari abbiano avuto un ruolo di primo piano. La sorella Alessandra è una donna appassionata e molto coinvolta, ha avuto modo di manifestare critiche aspre di cui io ho tenuto conto come di tante altre, ma abbiamo seguito una linea condivisa con lo staff e tracciata dal candidato che non è uno di quelli che si fa scrivere quello che deve dire da nessuno”.

Perchè sulla sanità eravate deboli?

“Perché avere sistemato i conti, avere coperto il buco, avere riallineato i pagamenti, cioè avere dato una prospettiva di normalità a questa regione che era oltre il disastro, non è stata percepita dai cittadini come un vantaggio, una fase indispensabile per aumentare la qualità delle prestazioni e l’assistenza alle persone. Una situazione di questo tipo non la cambi in 20 giorni”.

Il budget a disposizione era sufficiente? Quanto è costata la campagna?

“Poco, molto poco. Abbiamo speso meno 100 mila euro in advertising, abbiamo fatto spot solo l’ultima settimana. Francamente pochino ma d’altronde senza finanziamenti pubblici ai partiti dovremmo abituarci a queste cifre. Venti giorni di campagna elettorale, poche decine di migliaia di euro di budget, credo che tu comprenda perché parlo di miracolo visto che il risultato di Caldoro è il più importate ottenuto in Italia dal centrodestra. Ottenuto più per il riconoscimento alla persona e al suo lavoro di 5 anni che non alla campagna elettorale che lo ha accompagnato per gli ultimi 20 giorni.

In ogni caso avete perso un’elezione contro un candidato zavorrato da molte difficoltà…

“Non era certo un candidato debole. Senza De Luca il Pd avrebbe perso, senza il successo di Salerno De Luca non avrebbe conquistato la Regione. De Luca è un politico di razza, di grande esperienza, un combattente indomito, tutt’altro che debole. Credo che Caldoro abbia molte cose ancora da dire e ne sentiremo parlare ancora a lungo… Scommettiamo?”