Ormai glielo dicono tutti, in tutto il mondo, che una moneta unica non può avere venti strategie diverse. Glielo dicono tutti che la via per salvare l’euro è quella di introdurre gli stabiliti Bond ma la signora Merkel – che appare come un’arrogante casalinga con gli stivali – continua a ringhiare, guardando solo al suo elettorato. Senza vergogna si è presentata al Parlamento tedesco prendendosela con la Grecia, chiudendo ai Bond mentre la Bce, su richiesta di Draghi, era costretta a comprare i Btp tedeschi che, per la prima volta nella storia, non avevano acquirenti sul mercato.

Ebbene si, se le risposte alla Grecia fossero state rapide, efficaci, se anche con l’Italia e con la Francia non si fossero messi a fare i fenomeni, la crisi non sarebbe dilagata arrivando fino alle porte di Berlino. L’Europa complessivamente ha un debito pubblico inferiore a quello degli Stati Uniti ma al contrario degli Stati Uniti la signora Merkel impedisce di stampare nuova moneta. La situazione sociale europea è migliore di quella americana ma la debolezza politica dell’Europa la rende terreno di speculazione. Ma possibile che la tedesca che Berlusconi definì “Culona inchiavabile” abbia in testa solo le elezioni nel suo Paese? Oppure sogna ancora un’Europa a due velocità? Quello che sembrava un problema italiano, spagnolo e soprattutto greco e portoghese oggi è un problema che tocca anche la Germania e la Francia, con gli spread alle stelle alla vigilia della perdita della tripla A.

Come appare lontano Berlusconi. Sono passati neanche 10 giorni e sembra appartenere al secolo scorso. E se l’ex premier italiano non era la soluzione dei nostri problemi, oggi – con il nostro spread sopra i 500 punti – appare chiaro che non fosse nemmeno la causa. Barroso, Draghi e le persone di buon senso sperano che il fattore “K” possa essere il professor Monti. E’ lui che al momentogode del più grosso consenso politico in Europa, speriamo possa convincere la tedesca Merkel ad agire per il bene comune perchè altrimenti sarebbe difficile prevedere su quale terreno inclinato possa precipitare la crisi.