Ieri l’assemblea del PD doveva essere una zuffa mortale, un regolamento di conti tra compagni che, arroccati gli uni contro gli altri, si sarebbero dovuti bombardare reciprocamente.

Invece no, per la prima volta chi controlla il potere dentro un partito rende contendibile il proprio posto.

Pierluigi Bersani ha cambiato le regole che proteggevano la propria posizione e ha reso contendibile se stesso e la sua funzione. Ha accettato la sfida con Matteo Renzi e, con questo atto lucido e rischioso, è riuscito a togliere una quota di eversivi. Bersani, con una mossa, rottama la rottamazione diventando “usato di pregio”. Non si è mai vista una rivoluzione che scocca con il permesso di chi dalla rivoluzione deve essere spazzato via.

Quindi vince Bersani, vince Matteo Renzi, vince Vendola, che sornione ottiene di limitare il perimetro a sinistra con un secondo turno che lo troverà alleato con lo stesso Bersani, il quale chiude la porta in faccia a Casini, che resta solo con Fini e Monti.

Il Partito democratico ha conquistato il centro della vita politica. Tutti i riflettori su di sè e il suo dibattito. Contiene il paese, le sue paure, le residue speranze. I democratici si sono messi in moto, in discussione, partendo da punti distanti, molto distanti, che paiono inconciliabili tra loro, ma lo fanno con una vitalità e con una forza che non si capisce da dove provenga.

Tante sono le incognite: come reagiranno i popolari, con la Rosi Bindi che ieri sembrava messa in un angolo? e come si concilia questa idea delle primarie come leva per il rinnovamento con le scelte del partito laziale che impacchetta Nicola Zingaretti saltando primarie e dibattito in virtù di un’emergenza democratica da cui di certo gli stessi compagni laziali non sono esenti da responsabilità?

Intanto mentre i democratici sono in marcia, e non sappiamo dove andranno né in quanti arriveranno, il centro destra e il Pdl aspettano immobili, dentro un vuoto pneumatico, che Berlusconi decida o risolva le sue indecisioni. E mentre pensa al futuro tra paletti e smarcamenti, il futuro passa e va…