La leadership è una cosa seria.
Purtroppo gli esempi in politica non offrono modelli limpidi.

Il confronto tra Reagan e Trump è offensivo per l’ex presidente. Il primo è un ATTORE che ha fatto la storia mentre il secondo è una star televisiva che ha riempito le pagine della cronaca rosa e del gossip.

In Italia il confronto spesso viene fatto tra Berlusconi e Renzi ma anche in questo caso la contemporaneità non regge, perché il primo ha inventato un modo di fare la televisione mentre il secondo ha cominciato la sua carriera partecipando a programmi televisivi.

I nuovi leader appaiono fragili, nevrotici e ansiogeni. Leader occasionali, destrutturati dopo l’ascesa di Obama una decina d’anni fa ne sono nati tanti ma nessuno capace di durare. Incapaci di crescere e di essere fattori di sviluppo, poco di più che capi fazione dentro un’intifada dei sentimenti che trascina i più nella rabbia senza memoria. È questo e non solo che rende la Fabbrica dei Leader una vera emergenza, ricominciamo il 17/18 giugno con la “crescita personale”.