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L’inutile vittoria dei si’ ai quesiti referendari si fissa sul punteggio di 78% per i primi due quesiti sulle elezioni alla Camera e al Senato e a 88% per il terzo quesito sulle candidature ai collegi parlamentari. Il risultato prevedibilmente schiacciante per i si’ e’ reso infatti nullo dal mancato raggiungimento del quorum, con l’affluenza al voto che ha appena superato il 23%.
Ma tutti questi numeri e percentuali serviranno soltanto per le statistiche elettorali, senza alcun peso sulla politica reale.
Ora è tempo di mettere mano allo strumento referendario, una riforma appare necessaria onde evitare di sperperare i denari dei cittadini. Abolire il quorum come negli Stati Uniti e aumentare massicciamente le firme necessarie per chiamare i cittadini alle urne, dovrebbero bastare per restituire questo strumento democratico alla podestà degli elettori