alessio-vinci1

Nella puntata di Matrix di martedì sera, mi hanno riferito essere andata in onda una “fiction” che mi riguarda, dove si racconta di un mio sms indignato, datato 25 settembre, sul caso Marrazzo. La notizia era già rimbalzata nel week-end sui giornali, ne ha parlato per primo Gian Luigi Nuzzi che è stato tra quelli che avevano ricevuto il mio messaggio.

A fine settembre la vicenda del presidente del Lazio era nota a molti, anzi a moltissimi, come provano le ricostruzioni abbastanza ossessive che vengono rappresentate in tutti i giornali e programmi tv.

Il mio disagio, il mio fastidio, non attiene alla vicenda in sè, ma al fatto che delle mie comunicazioni personali siano diventate di dominio pubblico, dando una rappresentazione francamente distorta della mia funzione, del mio ruolo e del mio rapporto con le persone che hanno ricevuto questo messaggio.

Vedete io parlo, mi confronto e spesso mi trovo anche su posizione contrapposte con molti giornalisti, opinionisti, con molti di coloro che operano nel mondo della comunicazione, dell’informazione e tutto questo avviene nelle forme più classiche: telefono, pranzo, ufficio e talvolta anche su Facebook, con loro e non solo, sviluppo teorie e scenari, e sono migliaia le persone che ricevono periodicamente i miei messaggi con le previsioni elettorali, insomma un contesto diverso da quello che viene rappresentato.

Non informo, ma l’sms che ho inviato è un commento, pieno di contrappunto e che in alcuni casi sta a significare per chi lo riceve: “Guarda che avevo ragione io”.

Vi è un diritto alla privacy che io non rivendico, ma vi è un diritto ad una adeguata rappresentazione e il signor Alessio Vinci, portatore del giornalismo anglosassone in Italia, anziché tentare ricostruzioni parziali e teatrali, meglio avrebbe fatto a mandarmi una telecamera, in quanto sono contemporaneo e viven, ma forse Vinci si è offeso perché non è nella mia mailing list e allora dalla prossima volta sarà incluso.