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E’ notizia di ieri che Mara Carfagna chiede di rivedere la legge Basaglia, che a suo tempo determinò la chiusura dei manicomi: forse la ministra è rimasta turbata dai recenti fatti di cronaca non solo dall’aggressione di Tartaglia al Premier o dal placcaggio della Maiolo (da non confondersi con l’ex assessore di Milano a suo tempo fatta “impazzire” dalla Moratti) al Santo Padre.

Ma questa dichiarazione tempestiva ha trovato riscontri altrove. Ieri, infatti, durante una conferenza stampa del “patron” del Torino Urbano Cairo sono esplosi due petardoni che hanno annunciato una rumorosa invasione dei tifosi, furibondi, che chiedevano alla squadra di vincere e lo facevano con modi né garbati, né tantomeno Urbani: l’espressione atterrita dei conferenzieri era uno spettacolo, roba da scherzi a parte. Stesso destino quasi simultaneamente toccava a Emiliano, candidato in pectore per il Pd alle regionali pugliesi che ha dovuto subire la “carica” dei sostenitori di Vendola, “impazziti” per il defenestramento deciso a Roma. Un quadretto capace di garantire una vittoria secca del centro destra in una di quelle regioni in cui il Pd poteva sperare di riconfermare la sua amministrazione. Più sotterranea, la follia che sta trascinando il Pd nel Lazio in una sfida intestina che impedisce di esprimere lo sfidante della Polverini. L’ex leader Ugl non può che ringraziare tanta generosità, utile a rimpinguare un vantaggio fino a pochi giorni fa ancora esiguo.

Follia trasformata in faida è quella che vede in questi giorni contrapposti i due fratelli Craxi, più interessati a danneggiarsi a vicenda che non ad occuparsi del decennale della morte di Bettino Craxi, situazione da pazzi che ha messo in moto un reduce del craxismo, Formica. L’ex ministro ha preso a sparare cazzate incommensurabili che è bene non riportare, ma capaci di lasciare il segno nella memoria socialista violata più dai vivi che non dai morti.

Ma anche a destra ci sono segni di follia che probabilmente preoccupano il caritatevole ministro Carfagna e questa volta non riguardano Berlusconi, ma il suo alfiere Feltri. Il direttore del Giornale ha la vita dannata da Gianfranco Fini, tanto è vero che il presidente della Camera è rappresentato come il male assoluto. Insomma, una deriva paranoica che determina l’incremento dei lettori ma aumenta le perplessità degli elettori del suo editore di riferimento. Nella carta stampata c’è un altro che è “uscito di testa”. È Luca Telese che, sulle pagine de Il Fatto, si è cimentato in uno spericolato endorsement pro Polverini che da quelle parti non può che essere considerato che un “colpo di sole”.

Ma in questo clima da matti, tra odi poco sopiti e partiti dell’amore incombenti c’è un personaggio che trae il massimo profitto. Si tratta naturalmente di uno psichiatra, Raffaele Lombardo. Grazie alla sua specializzazione clinica è riuscito a varare in Sicilia un nuovo governo, il Lombardo ter: alleato con il PDL Sicilia ma contro il Pdl (ditemi se non è roba da matti) a cui ha aggiunto tecnici di aria PD ma che non sono espressione del PD. Il risultato è che l’unico interlocutore per i siciliani è rimasto lui e chi sta con lui. Gli altri, come i matti, abbaiano alla luna.

Ma visto come va il treno delle riforme nel nostro paese credo che la volontà del Ministro Carfagna di riformare la legge Basaglia si infrangerà sulla necessità – per dirla coi comunisti vecchio stampo “di determinare una condivisione programmatica” e considerando che la Bicamerale per la Basaglia

non è contemplabile senza camicie di forza, la ministra rischia di annoverare la sua volontà tra le buone intenzioni… una roba un po’ da matti!! – Il Clandestino