George Ivanovitch Gurdjieff raccontato da Franco Battiato in un’intervista su uno dei più influenti maestri nella storia dell’esoterismo contemporaneo, che riporto di seguito.

Gurdjieff è un personaggio dai contorni romanzeschi, pieno di mistero e carico di suggestione agli occhi degli occidentali. Anche per il fatto stesso di provenire dall’Asia. In questo diventa un po’ un antesignano di personaggi alla Osho o dei movimenti di stampo new-age. Questo esotismo gioca un ruolo fondamentale nell’ascendente di Gurdjieff e di personaggi analoghi?

Franco Battiato: Direi negativo, perché di solito quando si parla di esotismo oppure di new-age, si parla sempre di qualcosa vicino alla truffa. Gurdjieff era tutto tranne che un imbonitore. Quando si usa il termine ‘personaggio’ si fa un danno. Bisogna leggere i suoi libri, poi si è interessati bene, altrimenti niente. Esiste un libro fondamentale che si chiama ‘Frammenti di un insegnamento sconosciuto’, oppure altri che ho pubblicato io, per esempio ‘Vedute su un mondo reale’, si tratta di incontri tra Gurdjieff e i suoi allievi e quindi ci sono domande e risposte, sui quali uno si fa un’idea esatta.

Senta, restiamo sul parallelo con la new-age. Una diversità fondamentale è che le posizioni di Gurdjieff non hanno nulla di rassicurante, arrivando a negare la sopravvivenza dell’anima individuale alla morte fisica, a meno che non si sia raggiunto un alto livello di consapevolezza. E’ davvero una particolarità di Gurdjieff o le interpretazioni di altri insegnamenti peccano di ottimismo?

F.B.: No, beh, guardi, basta leggere il ‘Libro tibetano dei morti’ per essere terrorizzati? Sicuramente tutti abbiamo un’anima, solo che ognuno gioca un ruolo, come le zone attoriali. Subito dopo che si muore, se si ha un grado di coscienza elevato, te la cavi meglio di altri che non hanno approfondito e sviluppato.

L’atteggiamento di Gurdjieff nei confronti del denaro e dei modi di guadagnarlo è molto disinvolto, per non dire spregiudicato. Da qui l’accusa di non essere davvero una figura spirituale. Non è paradossale che l’accusa venga da un mondo come il nostro che tende a mercificare tutto fino a pretendere di brevettare il dna umano?

F.B.: E’ così. Ma di solito il nostro panorama è così incredibilmente accusatorio? E’ facile criticare gli altri. E questo è anche un vizio italico. Dobbiamo vederla con noi stessi. Qui non è che io stia difendendo Gurdjieff perché ognuno si fa un?idea delle cose del mondo, di quello che legge, delle cose in cui crede.

Però forse dovremmo cominciare a capire che siamo una personalità di passaggio e che dentro di noi c?è un?altra coscienza più profonda che è quella a cui dobbiamo mirare.

Senta Battiato, allo stesso tempo Gurdjieff si mostra abbastanza orgoglioso della sua abilità di fare i soldi, considerandola una dimostrazione di capacità di comprendere le diverse situazioni, sia sul piano materiale che psicologico. E’ una piccola vanità o l’intento è sempre esclusivamente didattico?

F.B.: Beh, approfondendo la figura di Gurdjieff poi uno capisce che c’è dell’altro. Una persona che ho conosciuto molto bene, che è stato uno dei suoi allievi, faceva il notaio; è andato a trovare Gurdjieff a Parigi e a un certo punto Gurdjieff ha preso la pasta con le mani e gliela messa sul piatto. ‘Mangia, dai’. Lui è rimasto schifato. S’è alzato ed è andato a casa e ha detto: ‘Non voglio mai più vedere questo individuo’.

Dopo una settimana è diventato un suo allievo. Tragga lei le conclusioni.

L’assunto fondamentale di Gurdjieff è che gli esseri umani vivano in uno stato di dormiveglia, completamente succubi dei loro automatismi psichici.

F.B.: Sì, ma in realtà la gente è trascinata dai suoi pensieri. Camminano per strada, non si accorgono di avere un corpo, schivano le macchine perché abbiamo un centro motorio più sveglio del nostro dormire, quindi non ci fa fare incidenti. Non si ricordano quello che hanno detto qualche minuto prima. Viviamo assolutamente nel sonno. Non siamo in grado di esercitare un?attenzione verso il nostro corpo, verso quello che entra e quello che esce. Di governare i pensieri. Abbiamo tantissimi difetti. Non siamo in grado di sopportare una critica. Una fragilità che è veramente sconfortante.

Gurdjieff parla esplicitamente di automatismi psichici. Ma anche il raziocinio, dal suo punto di vista non sarebbe di alcun aiuto, in quanto attività puramente celebrale. La conclusione sarebbe che l’Illuminismo non ha illuminato niente.

Beh, è abbastanza vero questo. Fino a quando una persona non ha studiato il suo essere veramente bene, credo che non possa avere idea di quello che voglia dire ‘chiarezza mentale’. Non lo può capire, perché nel momento in cui ti metti a fare, a tentare una meditazione, nella maniera orientale del termine, quindi a sedere per venti minuti da solo? la gente ha paura di stare con se stessi.