L’allievo supera il maestro, Formigli con il suo Piazza Pulita appare meno coinvolto più freddo, più a fuoco sulle questioni. Santoro ripete se stesso: più che di informazione si occupa di sentenze, più che di fatti si occupa di ricostruzione dei fatti. Gli ospiti appaiono come una compagnia di giro, anziani da dopo lavoro a stracannare e stramaledir le donne, il tempo e il governo.

Neanche i passaggi trionfanti su Facebook riconsegnano una parvenza di modernità ad una formula ormai logora e antica. Certo mantiene il fascino del vintage un uomo solo contro tutto e tutti capace di dare fastidio a tutti ma carico di sponsor nazionali e di spot differiti. Santoro riesce a cogliere il peggio di tutta la sua rappresentazione e lo stereotipo del guru nero.

È l’insieme che non funziona, i singoli ospiti come Travaglio o il frate disegnatore hanno un loro colore e un loro valore, ma tutto si piega alla misura del conduttore, al guru del buio, l’uomo capace di dare fastidio ai potenti è diventato noioso e fastidioso di suo. Vabbè il tempo passa per tutti anche per Santoro, mentre devo dire che lo studio la regia e l’organizzazione del programma è di primissimo livello, un prodotto tecnicamente straordinario di grande valore.

Formigli dal canto suo è il vero erede del santorismo. È cattivo, spietato ma sempre concentrato sui fatti, è cinico mai indulgente collegato con la gente, il suo studio è uno spazio che terrorizza chi non regge l’impatto con la realtà. La capacita di affrontare, di costruire una scaletta sospesa ma rigorosa con volti e voci originali.

Naturalmente io me li sono visti entrambi ma dalla prossima settimana posso tranquillamente rinunciare a Santoro, che è straordinario come un’opera sinfonica: bella ma sempre con lo stesso finale.