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Campagna elettorale scontata, siamo partiti con un vincitore e dobbiamo solo stabilire la misura della sua vittoria.
Questo è il mood delle europee, che ha spinto per la prima volta Silvio Berlusconi a rinunciare ai cartelloni e più in generale alla pubblicità elettorale.
Sono così usciti dal mercato Forza Italia, Alleanza Nazionale e le altre organizzazioni che fino all’anno scorso avevano egemonizzato la proposta pubblicitaria elettorale e questo all’indomani della nascita del Popolo della Libertà, una quasi novità.
Secondo me non è una scelta azzeccata. Certo Berlusconi non è in deficit di visibilità ma il Pdl non è solo Berlusconi.

Dopo il congresso e la gestione dell’emergenza terremoto, solo per citare le ultime cose in ordine cronologico, Berlusconi sembrava prendere tutto. I sondaggi avevano toccato livelli record, mai immaginati prima, rafforzati dalle vittorie elettorali in Abruzzo, Sardegna etc, la totale assenza di avversari sembrava offrirgli una cavalcata trionfale e la gestione della sua comunicazione pareva non necessitasse di ulteriori rinforzi pubblicitari.
La sua centralità è assoluta è lui che detta i tempi i ritmi

La lettera di Veronica ha interrotto questo idillio, spezzando un trend che sembrava inarrestabile, non tanto per l’iniziativa della Lario, ma per la reazione di Berlusconi che è stata quanto meno inefficace se non dannosa, a questo si aggiungono i problemi sulla gestione del terremoto, le tensioni nel governo, L’operazione Alitalia che non ha dato i risultati sperati, e gli effetti più diffusi della crisi soprattutto per l’occupazione, e la feroce concorrenza della Lega, certo l’opposizione fatica a trarne vantaggio presa com’è dai suoi guai.

Ma quando sembrava che il vento dovesse cambiare, Berlusconi è montato in groppa ad uno dei suoi cavalli di battaglia; la sicurezza.
L’operazione “respingimenti” gestita con grande abilità comunicativa ha raccolto consensi di quasi 7 cittadini su dieci, non solo ha spostato l’attenzione su temi più agili per il Premier ma è riuscito anche a togliere un argomento elettorale fondamentale per la Lega, questa mossa per ora ha scongiurato l’inversione di tendenza che sembrava inevitabile.

Inoltre sappiamo che Silvio dà il meglio di se negli ultimi giorni di campagna elettorale e anche quest’anno dobbiamo aspettarci il consueto colpo di scena capace di motivare gli ultimi indecisi, certo il pericolo di astensione non gioca a favore del Premier, ma la contemporanea tornata amministrativa rappresenta un buon antidoto.

Come finirà, Vincerà Berlusconi ma non con quel risultato che si aspettava e che fino a qualche giorno fa era scontato, perderà la leaderschip in Veneto dove la Lega sarà il primo partito ma si potrà consolare decine di vittorie alle amministrative.

Questo è lo scenario ad oggi anche se non c’è niente di più pericoloso di una vittoria scontata per un vincitore disignato e l’opinione pubblica ha dimostrato di non avere più ancoraggi e di cambiare opinione con una repentinità spaventosa