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Momento cruciale per Silvio Berlusconi che registra sicuramente una battuta d’arresto che non rappresenta un crollo e non mette in discussione il successo elettorale, semmai lo ridimensiona.

La perdita di cinque punti di fiducia personale in un mese certifica che le questioni che sono emerse in questa ultima fase hanno tolto smalto alla spinta personale del Presidente del Consiglio che sembrava inarrestabili e che l’aveva portato a raggiungere livelli record nei sondaggi. VAI ALLE TAVOLEBerlusconi si ferma comunque ad un ragguardevole 60%, superiore ai dati di gennaio di quest’anno ed in linea con quelli di inizio di primavera.

Anche la fiducia nel Governo rimane nettamente al di sopra del 50% anche se in flessione di 3 punti (53%) rispetto al dato di aprile.

Stabilità per le tre cariche istituzionali, mentre tra i Ministri non troviamo grandi oscillazioni se non la conferma di Renato Brunetta davanti a tutti con il 57%, chiude in pareggio Roberto Maroni con il 56%, flette Ignazio La Russa con il 52%, raggiunto in terza posizione da Angelino Alfano (52%).

Seguono Prestigiacomo e Temonti al 51% e Gelmini, Frattini e Sacconi con il 50%. Appena sotto Mara Carfagna con il 49%. Debutto in coda alla classifica di Michela Brambilla che si piazza appena sopra Vito e Calderoli con il 38%.

Per quanto riguarda i Capogruppo svettano Gasparri e Bocchino rispettivamente con il 33 e 32%, seguiti da Cicchetto e Finocchiaro.

Intenzioni di voto: l’effetto sulla fiducia su Berlusconi e il governo si è fatto sentire anche sulle intenzioni di voto che per il PDL ad aprile erano in trend positivo, mentre ora si attesta sulla soglia del 40%, comunque ben al di sopra del risultato delle politiche.

Specularmene la Lega aumenta e ritorna sopra il 10%. Il PD si attesta vicino al 26% con un trend moderatamente in crescita. L’Italia dei Valori in forte crescita rispetto alle politiche attestandosi al 7,2%. Bene anche l’UDC intorno al 6%.

La battaglia per il quorum non esclude certamente L’Autonomia di Storace e Lombardo che rimane stabile al 3,4% e Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani che ottengono il 3,2% con un trend in leggera crescita.

Più indietro Sinistra e Libertà, anch’essa in crescita ma al 2,4% e Pannella e Bonino stabili all’1,3%.

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