Non ci aveva creduto nessuno quando Verdini, 15 giorni fa, parlava di pareggio, e visto che il messaggio del Pdl non era arrivato forte e chiaro, gli elettori al secondo turno hanno fatto un ripasso.

Nessuna rimonta a Milano, crollo a Napoli, persa Cagliari, la Lega perde anche a Novara. Complessivamente il risultato non lascia attenuanti ne’ scappatoie: i ballottaggi rappresentano una debacle per il centrodestra di dimensioni impressionanti. E’ la perdita di feudi elettorali, la caduta della fiducia.

La domanda di queste ore è: si tratta di un cambio di clima permanente? Di un segnale definitivo? Di un requiem per il Governo? Per Berlusconi? Per il Pdl? E’ molto complicato riprendere i fili di un rapporto con l’opinione pubblica che è stato mutuato e mediato da una strategia che trova l’epicentro di questo tramonto nell’incapacita’ di dare risposte agli italiani.

Il pallino ora è in mano a Berlusconi, ma a giocarlo dovranno essere Formigoni, Scajola, Alemanno, Micciche’, e non certo per ultimo Tremonti. Oggi abbiamo detto addio a Bondi, domani diremo addio a La Russa, a Verdini e a tutto quello che hanno rappresentato.

Ora la sfida di Pisapia, Zedda e De Magistris è di non deludere i propri elettori, di non deludere quell’idea di discontinuita’ e cambiamento che tanto cara è costata a Berlusconi.