Dal mio blog su Huffington Post – Debora Serracchiani è nel parterre di Piazza Pulita mentre si appresta a lasciare la presidenza del Friuli Venezia Giulia. Incalzata dalle domande di Corrado Formigli, non riesce a nascondere le sue ambizioni sul Pd a cui non risparmia sferzanti critiche che segnano la presa di distanza tardiva da Matteo Renzi.

Nello studio entra una luce sovrannaturale, dai ledwall arrivano le immagini dei leader del centrodestra che incontrano i giornalisti al termine delle consultazioni con Mattarella e gli occhioni grandi della Serracchiani si illuminano, come non facevano da tempo, nel vedere lo spettacolo messo in scena da Silvio Berlusconi. Le scappa di impeto il commento – “un genio” – poi cerca di ridimensionare l’affermazione uscita come un moto spontaneo dell’anima che non sfugge al conduttore e al direttore del Giornale che sottolinea compiaciuto il passaggio di Debora, che tiene il punto.

Ma cosa ha scatenato l’endorsement della leader piddina? La contro-performance di Berlusconi che cede la voce a Salvini ma non concede altro.Mentre Salvini parla a nome di tutto il centrodestra, Berlusconi con abilità teatrale lo trasforma in una specie di ventriloquo con una mimica molto eloquente, gli fa un “ricalco” che depotenzia la funzione di Salvini declinandola come formale, gli conta i punti con le dita quasi a ricordarglieli, sottolinea con espressioni di consenso i passaggi, lo anticipa sottovoce. Poi quando Salvini finisce di parlare dalla destra si sposta al centro tra lo stesso Salvini e Meloni e mani sulle spalle li indirizza verso l’uscita con un gesto.

Come un regista muove sul palco gli attori, appannando i due inconsapevoli alleati che si dirigono verso l’uscita mente lui con uno scatto felino ritorna sul proscenio, si aggiusta i microfoni e con tono paternale e affettuoso verso il pubblico si prende una manciata di secondi “Fate i bravi… sappiate distinguere…” e giù legnate ai pentastellati. Cosi si prende i titoli di giornali e telegiornali e incassa l’ammirazione della Serracchiani.

Ma la domanda è: questa straordinaria padronanza del palcoscenico, il senso dei tempi a cosa serve? Quale obiettivo politico nasconde una mossa così plateale? Rinforza lo schieramento di centrodestra? Rafforza la leadership? Aumenta il bottino elettorale di Forza Italia? Offre una direzione alla crisi? Domande che dovremmo porci con serietà e che la Seracchiani avrebbe dovuto approfondire dopo essersi iscritta al fan club di Berlusconi.

Questa nuova fase della politica italiana, dove si affacciano nuovi protagonisti giovani e moderni mi pare utilizzi una rappresentazione fatta di modelli arcaici. Come vecchi democristiani non dicono quello che pensano davanti ai microfoni, usano più forni e si nutrono di linguaggi paludati, appaiono più vecchi degli anziani mettono in scena una spettacolo politico vintage e più passa il tempo, più ci pare evidente che il repertorio di cui dispongono è corto, troppo corto, e allora diventa comprensibile l’ammirazione della Seracchiani per il “revival” di Berlusconi che dopo 40 giorni di ossessiva ripetivitità mette in scena una “rottura di modulo” che nel riprendersi la scena a oltre ottant’anni risponde a chi gli chiedeva un passo di lato e impone la sua presenza con una teatralità che è tutta politica.

Tutto questo segna in modo assoluto la fase politica post voto e sposta la scena sulle regionali. Il Molise e il Friuli della Serracchiani saranno il passaggio che deciderà chi è riuscito a capitalizzare questa fase di stallo. Basta aspettare fine mese, calcolare le differenze e sapremo come finirà la partita. Per ora al netto delle “manfrine” possiamo dire che si è aperta la fase del tutti contro tutti.