angelino-alfano-1Come dare torto a Matteo Salvini che oggi parla di un “centrodestra tappetinizzato” nei confronti di Renzi? Questo gesto politico, anche se ancora non certifica l’uscita definitiva della Lega dalla coalizione, ha ragioni profonde. Il dibattito sulle primarie e sui confini dell’alleanza di centrodestra, infatti, è ormai diventato surreale.

Veramente qualcuno ritiene che quel coacervo di sigle ed esponenti politici (dai numeri non particolarmente significativi a livello elettorale) che si riconosce nel Nuovo Centrodestra, nell’Udc o in quel che resta dell’esperienza di Mario Monti, possa ancora essere titolata a partecipare – in un futuro più o meno prossimo – a una coalizione di forze alternative a Renzi e al renzismo?

Questi signori, che oggi sono al governo con Renzi e che, dunque, condividono con lui un orizzonte di governo che ormai si è dilatato fino a raggiungere i mille giorni, con che spirito potrebbero – tra due o tre anni – sedersi al tavolo del centrodestra per costruire una proposta politica alternativa al governo di cui essi stessi hanno fatto parte fino a pochi minuti prima? Questa ipotesi è semplicemente inconcepibile.

Facciamo finta che il governo Renzi riesca a risolvere il nodo della responsabilità civile dei magistrati, portando finalmente l’Italia nel novero degli stati di diritto degni di questo nome. E poi immaginate Angelino Alfano affermare “siamo riusciti, con Renzi, a fare quello che con Berlusconi in vent’anni non eravamo mai riusciti a fare”… Potrei scrivere, già ora, il discorso di Alfano, tanto sono certo della sua reazione di fronte a questa eventualità.

Se governi insieme a qualcuno – e per molto tempo – sei praticamente costretto a presentarti insieme a lui all’appuntamento elettorale successivo. Resta il problema del nome, visto che il partito in questione si chiama Nuovo Centrodestra, ma una volta esaurita la funzione di “dragamine” dell’elettorato moderato, gli alfaniani potranno finalmente scegliersi una definizione più consona alle loro prospettive politiche. Che con il centrodestra non hanno niente a che fare.

Siete perplessi? Provate allora a immaginare un’alleanza elettorale, sempre tra due o tre anni, tra il Pd di Renzi e Sel. Dopo essersi visto saccheggiare il gruppo parlamentare, emarginare politicamente e addirittura scippareTsipras – portato in passerella alla Festa dell’Unità con camicia bianca d’ordinanza – come potrebbe Vendola presentarsi alle elezioni con Renzi? È inconcepibile, esattamente come vedere il Nuovo Centrodestra sedersi al tavolo con i partiti del centrodestra per correre contro Renzi.

Tutto questo va in una sola direzione. Si è ormai creato un comparto politico-generazionale – ma generazionale solo a giorni alterni, visto che D’Alema deve essere rottamato ma Chiamparino, che ha un anno di più, è un alfiere del rinnovamento – che ruota intorno alla figura di Renzi.

Il vero dubbio riguarda il posizionamento di Forza Italia rispetto a questo sistema renzi-centrico. Finora gli azzurri si sono comportati come Cappuccetto Rosso che invita a cena il Lupo cattivo. Soltanto che, oltre ad offrirsi come pasto, hanno anche deciso di preparare la cena e di scrivere una recensione entusiastica per Trip Advisor.

Renzi è un fantastico pubblicitario, abile nel rilanciare costantemente l’aspettativa del cambiamento, ma una volta terminata la fase dell’euforia gli italiani inizieranno a valutarlo per quello che fa e non per quello che dice di voler fare (che piace più o meno a tutti). Per accelerare l’arrivo di questa fase “matura” del renzismo, però, serve un’opposizione vera, che svolga il ruolo di guardiano del sistema e della democrazia. Altrimenti il rischio, serio, è quello di una deriva plebiscitaria peggiore del peronismo.

Ed è proprio qui che entra in gioco Forza Italia. L’opposizione soft, o moderata, non esiste. O si sta al governo o si sta all’opposizione. Le “larghe intese” possono rappresentare un’eccezione a questa regola, ma quello che abbiamo davanti non è un governo di “larghe intese”: è il governo delle idee, dei metodi e della leadership di Renzi.

La strategia attuale di Forza Italia, ambigua e ondivaga, basata su accordi il cui confine non è chiaro, senza mordente e senza visione, non funziona. Ed è destinata al fallimento, politico ed elettorale.

Silvio Berlusconi è un personaggio complesso, sul quale la storia esprimerà il suo giudizio, ma almeno un merito lo ha senz’altro avuto: quello di aver immaginato e costruito il popolo del centrodestra in Italia, una comunità politica che prima di lui era frammentata e senza guida. Ma è proprio questo popolo, oggi, che si sente tradito.

 Fonte Il Tempo