Nel mese di ottobre, in un quadro di generale stabilità sul fronte delle intenzioni di voto, le novità più rilevanti si registrano nel Terzo Polo. L’Udc di Casini segna il differenziale positivo più elevato: un +0,6 rispetto a settembre grazie al quale tocca la soglia dell’8%. Segue l’Api di Rutelli che dall’1 per cento passa all’1,7. Variazioni nell’ordine dei decimali sia nel centrodestra che nel centrosinistra.
Il Pdl si attesta al 25% (-0,2 rispetto a settembre), stessa flessione per la Lega che scende all’8,3. Invariato il dato della Destra di Storace (1,5% come un mese fa).
Nello schieramento di opposizione Pd (26%), Idv (8%), Rc+Pdci (1,8), Socialisti (1) e Lista Pannella Bonino (1,3) restano inchiodati alle rilevazioni di 30 giorni fa. E se i Verdi perdono lo 0,3% (1,5 il dato di ottobre), solo Sel riesce a piazzare un segno più, sebbene di modeste dimensioni: +0,2%, per un 6,5% complessivo.
Ricapitolando, centrosinistra in vantaggio con il 46,1%, centrodestra al 37. Ma il dato più rilevante concerne gli indecisi, fermi al 40%, come nell’ultima rilevazione. Un vero e proprio partito alimentato soprattutto dai delusi provenienti dal centrodestra.

Una tendenza, quindi, complessivamente al ribasso che si manifesta chiaramente nell’osservatorio sulla fiducia nei ministri, tutti in calo o, al massimo, in pareggio rispetto a settembre. Il ministro dell’Interno Maroni si conferma al primo posto con il 43%. Seguono Brunetta (41%), Galan, Meloni e Carfagna al 40. Tredicesimo posto per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che scende al 34%. Nella parte bassa della classifica, Bossi (33%) continua a perdere consensi (-2%). In caduta libera Maria Stella Gelmini: la gaffe dei neutrini costa al ministro dell’Istruzione il calo più pesante dell’ultimo mese (-5%) tra i ministri che la fa precipitare al 31%. Chiudono la classifica I ministri Brambilla (28%), Nitto Palma (17) e, all’ultimo posto, Romano (10%) che brucia quattro punti nell’ultimo mese.